Riflessioni teologiche – 57. Cristianesimo ecumenico e pratiche di comunione (parte 18: CONFRONTO CREATIVO E LIMITI DEL CONFRONTO PARLAMENTARE E DEI CONSIGLI ECCLESIALI)

Briciole dalla tavola. Vangelo per senza Dio

di Alberto Ganzerli

Osare un cristianesimo radicalmente ecumenico, dinamicamente inserito nel processo di riconfigurazione in forma sinodale intrapreso da chiese e comunità cattoliche su impulso di papa Francesco, richiede un rinnovato impegno nel praticare forme di comunione ecclesiale capaci di ampliare la varietà di coloro che potrebbero essere raggiunti o accolti o attivamente coinvolti. Nell’intraprendere questo percorso di ricerca teologica, di esperienza vissuta e di pratiche di sperimentazione ecclesiale potrebbero essere di aiuto diversi approcci teorico-pratici provenienti da alcune fonti di ispirazione: elementi ricavabili dall’esperienza vissuta nelle famiglie, riflessioni sulle comunità di pratica, metodologie per l’ascolto attivo e la gestione dei conflitti, approcci filosofici della teoria dell’attore-rete (ANT) e dell’ontologia orientata agli oggetti (OOO), suggestioni collegate alla nozione di terzo paesaggio e possibili applicazioni di questi approcci alla teologia e alla pratica ecclesiale (parte 18: CONFRONTO CREATIVO E LIMITI DEL CONFRONTO PARLAMENTARE E DEI CONSIGLI ECCLESIALI)


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L’Open Space Technology potrebbe rappresentare per le assemblee ecclesiali a ogni livello un metodo di partecipazione attiva che avvicina maggiormente queste stesse esperienze e organizzazioni ecclesiali a quella riconfigurazione in forma sinodale che si sta cercando di attuare nella chiesa cattolica. Ma vi è un altro metodo – anche questo studiato e sperimentato da Marianella Sclavi – che potrebbe migliorare le pratiche di partecipazione e collaborazione in particolare di quei gruppi ecclesiali, più ristretti rispetto alle assemblee, che sono i cosiddetti consigli ecclesiali, tra i quali in particolare i consigli pastorali o i consigli direttivi, che sono presenti a diversi livelli, ad esempio in diocesi, parrocchie e associazioni. Si tratta di quello che viene chiamato Confronto Creativo (CC), un metodo innovativo elaborato inizialmente negli USA e chiamato Consensus Building, che si propone l’obiettivo di trovare il modo migliore per dare risposte soddisfacenti ai diversi interessi di tutte parti coinvolte nella ricerca di un accordo. La ricerca di metodi innovativi come quello del Confronto Creativo si è sviluppata anche in relazione alla crescente consapevolezza dei limiti insiti nel confronto parlamentare proprio delle democrazie occidentali, confronto parlamentare che pure rappresenta un importante avanzamento rispetto a forme diverse e più problematiche – o anche decisamente peggiori in quanto più violente – di confronto sociale e politico. Il confronto parlamentare si potrebbe definire come un processo sociale strutturato per arrivare, da parte di rappresentati eletti e attraverso un voto a maggioranza, a decisioni che impegnano e vanno osservate da tutta la comunità, costituita da soggetti diversi tra loro per caratteristiche e interessi.

Uno dei limiti principali del confronto parlamentare nell’affrontare le divergenze è quello di basarsi sulla contrapposizione e sul considerare chi la pensa diversamente come un avversario da sconfiggere attraverso il voto a maggioranza. Non vi è, peraltro, alcuna garanzia che la decisione presa dalla maggioranza sia la decisione migliore, quella eticamente più corretta, più conforme alla giustizia, più sostenibile sul piano delle risorse o anche solo quella realmente più utile o necessaria alla comunità cui si rivolge e sulla cui vita impatta. In ambito sociale e politico questo sistema produce spesso crisi di governabilità, ad esempio quando le maggioranze non sono particolarmente solide. D’altra parte, risultano per lo più inadeguati anche i rimedi, opposti tra loro, che solitamente si provano ad attuare: un decisionismo di pochi, in sedi ristrette e con processi non trasparenti, o una partecipazione ingenua di molti, in esperienze assembleari non adeguatamente gestite. Un effetto inevitabile del confronto parlamentare è quello di lasciare infelice e insoddisfatta la minoranza, quella costituita dai rappresentanti ma soprattutto da coloro che essi rappresentano, che pure saranno obbligati a conformarsi alle decisioni prese dalla maggioranza. Per non parlare dei casi in cui i meccanismi elettorali conducono a maggioranze di rappresentanti cui corrisponde in realtà solo una minoranza di persone rappresentate. Quando si arriva a queste situazioni estreme e paradossali, il metodo del confronto parlamentare fallisce persino nel suo principale e dichiarato obiettivo: quello di far decidere alla maggioranza di coloro che devono essere rappresentati.

Il metodo del Confronto Creativo, che si propone come alternativo a quello parlamentare per la gestione dei processi decisionali, potrebbe essere utilmente adottato in realtà ecclesiali quali gruppi di lavoro ristretti, consigli pastorali o consigli di altro tipo, elettivi oppure composti da membri nominati o cooptati. Si tratta, infatti, di contesti dove persone spesso diverse per caratteristiche, provenienza, interessi, obiettivi devono dialogare e confrontarsi per lavorare su progetti e proposte e arrivare infine a decidere e attuare quanto deciso. Anche se questi gruppi di lavoro e consigli ecclesiali in genere non operano seguendo rigorosamente le modalità del confronto parlamentare, ne condividono talvolta alcuni limiti e difficoltà. Le contrapposizioni interne tra singoli o tra sottogruppi, variamente motivate, possono risultare paralizzanti o comunque danneggiare quel clima di comunione fraterna che sarebbe auspicabile nei contesti ecclesiali. La tentazione di risolvere con decisioni d’autorità momenti di confronto e di dibattito che faticano ad arrivare a una sintesi è la tipica tentazione di chi all’interno del consiglio è eventualmente titolare di autorità formale, come ad esempio avviene per il parroco nel consiglio pastorale parrocchiale. Un altro limite di molti gruppi di lavoro e consigli ecclesiali e pastorali consiste nella difficoltà ad essere realmente efficaci nello svolgimento dei rispettivi compiti e soprattutto nel promuovere l’attuazione delle decisioni assunte in sede di consiglio nelle realtà ecclesiali delle quale ci si occupa, in modo che producano i risultati desiderati. Ciò può dipendere anche da un altro limite, quello della inadeguata capacità delle persone elette, nominate o cooptate nei consigli ecclesiali di rappresentare adeguatamente la totalità delle persone che fanno parte della comunità ecclesiale o partecipano alla sua vita. A questo problema, come cercheremo di vedere in seguito, si potrebbe cercare soluzione attraverso un collegamento dinamico ma strutturato tra assemblee ecclesiali, gestite attraverso il metodo dell’Open Space Technology, e consigli ecclesiali, gestiti attraverso il Confronto Creativo, di cui dovremo presentare le caratteristiche.

Riferimenti:

Stella Morra – Marianella Sclavi, Sinodalità: Quali pratiche?
Audio-video su YouTube pubblicato il 17 maggio 2022
Si può trovare su YouTube cercando: sinodalità sclavi.

Marianella Sclavi – Lawrence E. Susskind, Confronto creativo. Dal diritto di parola al diritto di essere ascoltati. Con una conversazione tra Marianella Sclavi e Giuliano Amato, Et al. Edizioni, Milano 2011.
Questo titolo è disponibile anche in una nuova versione ebook Kindle del 2021 con il titolo: Manuale di Confronto Creativo. Le Arti della Comunicazione, della Convivenza e della Democrazia nel XXI secolo

Marianella Sclavi, Arte di ascoltare e mondi possibili. Come si esce dalle cornici di cui siamo parte, Bruno Mondadori, Milano 2003.

Le sette regole dell’ascolto attivo si possono trovare sul sito di Marianella Sclavi: www.ascoltoattivo.net