Letture festive – 19. Fede – 1a domenica di Quaresima Anno C

Briciole dalla tavola. Vangelo per senza Dio

di Alberto Ganzerli

1a domenica di Quaresima Anno C – 06 marzo 2022
Dal libro del Deuteronòmio – Dt 26,4-10
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani – Rm 10,8-13
Dal Vangelo secondo Luca – Lc 4,1-13


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letture festive 19

Il libro del Deuteronomio, nel sintetizzare l’esperienza del popolo di Israele, presenta la fede come costituita da tre elementi: il primo e fondamentale: la fede come capacità di riconoscere nella propria vita il legame con una vicenda di liberazione; il secondo: la professione di fede come capacità di raccontare questa storia presentandone il significato e il valore; il terzo: la fede come capacità di cogliere e condividere i frutti di questa esperienza di liberazione.

Paolo invita a riscoprire nel testo biblico la parola della fede, da lui stesso predicata, come una parola capace di essere così vicina da trovare posto sulla bocca e nel cuore di ciascun cristiano. Si tratta di una fede che concentra il proprio nucleo in un’esperienza di salvezza liberante, rappresentata nella figura di Gesù risuscitato dai morti e offerta a chiunque vi si apra con fiducia, senza distinzioni tra i diversi gruppi umani, perché tutti possono ricevere nella propria esistenza almeno parte di questa ricchezza che non delude.

L’evangelista Luca – richiamando i quarant’anni trascorsi nel deserto dal popolo di Israele – presenta i quaranta giorni di Gesù nel deserto come l’esperienza di un nuovo esodo che consiste – anche qui, come quello di Israele – essenzialmente in un cammino di fede. La fede è infatti anzitutto un determinato approccio alla vita, uno specifico sguardo sulla realtà e un particolare modo di stare al mondo. Qui a rivelare quale sia la direzione del cammino di fede del Gesù descritto da Luca sono – per contrasto – le proposte tendenziose del diavolo, etimologicamente il separatore, il disgregatore dell’unità di ciò che è simbolico, in noi stessi e nelle relazioni con gli altri. Si tratta di proposte – quelle diaboliche – che si alimentano di citazioni bibliche, alle quali Gesù risponde con altrettante parole bibliche, a riprova dell’insufficienza di ogni fondamentalismo letteralistico e della necessità per ogni fede autenticamente evangelica di una capacità di interpretazione, di discernimento e infine di scelta. I quaranta giorni – come i quarant’anni – nel deserto servono al narratore Luca per mostrare che si può davvero parlare di fede solo quando – venute meno ipocrisie, apparenze e dettagli secondari – siamo toccati dalla realtà e dalla vita nelle nostre esigenze fondamentali, nei nostri desideri più pressanti e nelle nostre aspirazioni più profonde. È qui che, come Gesù, siamo provocati – da qualunque parola diabolica ci capiti di ascoltare – a fare le nostre scelte: trasformare la realtà in qualcosa che soddisfa i nostri bisogni, anche legittimi? Ricercare il potere, nelle sue diverse forme, accettando di sottometterci ad esso per poterlo esercitare a nostra volta? Usare tutto ciò che può servire a mantenere noi stessi al riparo dai rischi che ogni esistenza comporta? Il cammino di fede al quale le risposte di Gesù orientano si muove in direzione ostinata e contraria (come direbbe Fabrizio De André) e può essere percorso tanto dai con Dio quanto dai senza Dio.

Riferimenti:

Smisurata preghiera
(Liberamente tratta dalla Summa di Maqroll. Il gabbiere di Álvaro Mutis | Ediz. Einaudi – Torino)
F. De André | I. Fossati | F. De André | I. Fossati | A. Mutis
© 1996 Il Volatore Ed. Musicali S.r.l. | Nuvole Ed. Musicali S.a.s. | Universal Music Publishing Ricordi S.r.l.
Il testo di Smisurata preghiera è consultabile sul sito ufficiale della Fondazione Fabrizio De André.