Riflessioni teologiche – 18. Il post-teismo di John Shelby Spong (parte 3: MODERNITÀ E SUPERAMENTO DELLA CONCEZIONE TEISTICA DI DIO)

Briciole dalla tavola. Vangelo per senza Dio

di Alberto Ganzerli

Tra i principali esponenti del post-teismo, il vescovo episcopaliano statunitense John Shelby Spong sostiene la necessità di una profonda riforma del cristianesimo, a partire dal modo stesso di intendere Dio. La sua proposta è stata sintetizzata nella formulazione e nel commento a 12 tesi riguardanti i principali contenuti dogmatici del cristianesimo che – sostiene Spong – andrebbero sottoposti a un radicale ripensamento. (Parte 3: MODERNITÀ E SUPERAMENTO DELLA CONCEZIONE TEISTICA DI DIO)


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La prima e la principale delle 12 tesi elaborate da Spong riguarda Dio e viene formulata in questi termini: «La comprensione di Dio nei termini teistici, come di “un essere” dal potere soprannaturale, che risiede da qualche parte fuori dal mondo e capace di intervenire nel mondo con potere miracoloso, non è più credibile. La maggior parte del parlare su Dio nella liturgia e nel discorso è diventata allora insignificante. Ciò che dobbiamo fare è trovare il significato cui la parola “Dio” rimanda». Nel suo commento a questa tesi Spong afferma che per molti nostri contemporanei al posto di questa concezione teistica che sta tramontando vi è ora un grande punto interrogativo, davanti al quale rischiano di polarizzarsi le posizioni di chi non può uscire dal sistema di sicurezza creato dal teismo e le posizioni di chi lotta per liberarsi semplicemente da ogni forma di religione. Si tratta di una divisione che segna le “guerre culturali” della politica moderna e alimenta forme sociali e politiche di contrapposizione aggressiva, nella difesa accanita di posizioni che si escludono reciprocamente.

Spong ritiene che i processi di secolarizzazione non possano essere fermati o invertiti e che la difesa delle forme tradizionali di teismo rischi di far assomigliare Dio sempre più a «una versione per adulti del sogno infantile di Babbo Natale». Secondo Spong «proprio come i bambini superano le loro fantasie di Natale, così anche i cristiani adulti devono superare le loro fantasie. Non possiamo fare a meno di chiederci se il Dio teistico sia qualcosa di più di una reliquia dell’infanzia della nostra umanità. Una volta prospettata tale possibilità, non potrà mai più essere scartata. Il mondo non torna indietro né ritratta la verità una volta che questa è stata enunciata e quindi recepita». Spong si chiede quali siano state le «esplosioni di conoscenza che hanno segnato la morte del nostro Dio teisticamente concepito» e risponde che «sono arrivate a ondate mentre il mondo si evolveva nella modernità», attraverso i contributi di Copernico e Keplero, Galilei e Newton, Darwin e Freud.

Dalle scoperte della cosmologia iniziate con Copernico, Keplero e Galilei è stata messa in crisi l’idea di un Dio che si trovi in cielo o in qualche altro luogo ma a questo punto, come nota Spong, «una divinità che non può essere collocata da qualche parte tende presto a non essere collocata da nessuna parte». Il contributo dato da Newton a questo processo di secolarizzazione ha riguardato invece la messa in discussione dell’eventuale intervento più o meno miracoloso di Dio in un mondo che appare rigorosamente regolato da leggi fisiche. Darwin poi, con la sua teoria sull’evoluzione, ha costretto a ripensare radicalmente la visione religiosa della realtà vivente e degli stessi esseri umani, dal momento che «non sembrava più esserci qualcosa come una creazione perfetta sulla quale il Dio che viveva sopra il cielo potesse guardare con approvazione e sostenere che fosse non solo buona, ma anche completa». Freud ha assestato un ulteriore colpo alla concezione teistica di Dio, attirando l’attenzione sulle componenti di ansia, sul bisogno di sicurezza, sulla necessità di dipendenza o di controllo, sui tentativi di manipolazione, sulla concezione di Dio come genitore punitivo e protettivo, che stanno alla base di molte esperienze e pratiche religiose e che mostrano il teismo come una costruzione umana edificata per dare risposta a bisogni umani profondi e talvolta difficilmente confessabili. Giunto alla conclusione che «non possiamo proseguire lungo questa strada a senso unico e senza ritorno» Spong afferma: «cominciamo finalmente a porre una domanda diversa: la realtà di Dio può essere sperimentata in modo non teistico? La ricostruzione è sempre più difficile dello smantellamento, ma è molto più importante, e questo è il compito che ora ci attende».

Riferimenti:

John Shelby Spong,Incredibile. Perché il credo delle chiese cristiane non convince più, a cura di Ferdinando Sudati. Postfazione di Luigi Berzano, Mimesis, Milano-Udine 2020.
Originale americano: Unbelievable: Why Neiter Ancient Creeds Nor the Reformation Can Produce a Living Faith Today, HarperOne, San Francisco 2018.