Letture festive – 31. Cielo – Domenica di Ascensione Anno C

Briciole dalla tavola. Vangelo per senza Dio

di Alberto Ganzerli

Domenica di Ascensione Anno C – 29 maggio 2022
Dagli Atti degli Apostoli – At 1,1-11
Dalla lettera agli Ebrei – Eb 9,24-28; 10,19-23
Dal Vangelo secondo Luca –  Lc 24,46-53


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letture festive 31

Nel racconto di Atti il cielo viene presentato come lo spazio e il tempo extra-mondano della sottrazione verticale di Gesù al tempo orizzontale della storia e allo spazio concreto del mondo. Si tratta di un tempo e spazio nei quali, invece, gli apostoli sono inviati (come ricorda l’etimologia del termine apostolo) per proseguire – e anzi estendere – la medesima missione di Gesù. Lo faranno senza la presenza dello stesso Gesù, ormai sottratto ai loro occhi dalla nube della presenza divina, tenendo lo sguardo rivolto non più al cielo ma alla terra, fino al tempo del suo ritorno; dovranno imparare a non pretendere di conoscere tempi e dettagli di ciò che li attende, ma invece a coltivare la fiducia nelle promesse e in quella forza che si rende presente solo in assenza di Gesù e che viene chiamata Spirito. Questa sottrazione di Gesù allo sguardo dei suoi rimane comunque difficile da accettare da parte di questi ultimi, tentati di rimanere a guardare il cielo come il luogo della presenza attuale di Gesù. È quindi necessario l’intervento di due uomini, che richiamano il Mosé e l’Elia della trasfigurazione. Come allora i due parlavano dell’esodo di Gesù che doveva compiersi in Gerusalemme così ora invitano gli apostoli a compiere un nuovo tipo di esodo nella testimonianza evangelica, un esodo che li porterà da Gerusalemme fino ai confini della terra.

La lettera agli Ebrei ricorre al linguaggio e alla cultura sacerdotale del tempio e del sacrificio per esprimere il proprio messaggio teologico. La scena descritta si svolge in un cielo che è al di fuori della storia, un cielo nel quale un Cristo carnale ma celeste, umano ma non storico, appare una prima volta nella pienezza dei tempi, per compiere – attraverso l’offerta sacrificale di sé per togliere il peccato di molti – la propria missione di sacerdote e insieme di vittima. Questo cielo, immaginato nella visione cosmologica del mondo antico come un luogo intermedio che separa e insieme collega la realtà trascendente ed eterna di Dio e quella storica e terrena degli umani, diventa in questo modo il santuario nel quale avviene una volta per tutte il sacrificio che pone fine a una serie di sacrifici innumerevoli ma inefficaci. Nella teologia della lettera agli Ebrei, il sangue e la carne di Gesù – e non più il sangue e la carne degli animali sacrificati – sono ciò che finalmente consente il pieno e libero accesso, attraversando la tenda di separazione, alla zona più sacra del tempio. La seconda volta dell’apparizione di Cristo sarà, invece, non più nel cielo ma sulla terra e non più in relazione con il peccato, ormai tolto grazie al suo sacrificio, ma in relazione alla salvezza di coloro che avranno saputo attenderlo, coltivando speranza e apertura al futuro.

La conclusione del vangelo di Luca, così come l’inizio di Atti, ricorre al simbolismo dell’intreccio tra verticale e orizzontale per esprimere il passaggio dalla figura di Gesù alla testimonianza affidata ai suoi. La testimonianza, basata su ciò che sta scritto riguardo a Gesù e rivolta orizzontalmente a tutti i popoli, si muove a partire da un centro, Gerusalemme, ma diventa possibile solo grazie a una potenza che proviene dall’esterno e simbolicamente dall’alto. Diversamente da Atti, il vangelo di Luca presenta l’episodio dell’ascensione con un significativo richiamo per contrasto all’episodio iniziale dello stesso vangelo. Là troviamo infatti il sacerdote Zaccaria che, recatosi nel tempio per far salire al cielo il profumo dell’incenso insieme al fumo dei sacrifici animali, viene reso muto per la propria incredulità. Qui, invece, nell’episodio dell’ascensione che conclude il vangelo di Luca, il cielo nel quale si nasconde un Gesù benedicente, finisce per somigliare a un tempio celeste, al quale corrisponde sulla terra il tempio di Gerusalemme dove risuonano, come offerta gradita che sale verso il cielo, le voci di lode di coloro che diventeranno con la loro parola testimoni di ciò che sta scritto riguardo a Gesù.

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