I viaggi della memoria Polonia 2015 (2° giorno)
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1° Giorno | Ghetto di Varsavia |
2° Giorno | Treblinka, Kock, Leczna |
3° Giorno | Majdanek, Lublino, |
4° Giorno | Sinagoga di Wladowa, Sobibor, Zamosc |
5° Giorno | Belzec, Lezaisk, Jaroslaw |
6° Giorno | Tarnow, Ghetto ebraico di Cracovia, |
7° Giorno | Auschwitz, |
8° Giorno | Cracovia |
Campo di sterminio di Treblinka
Nel novembre 1941, circa 50 miglia a nord ovest di Varsavia, nella Polonia occupata, le autorità tedesche crearono un campo inizialmente destinato a ospitare lavoratori forzati e più tardi diventato famoso con il nome di Treblinka I. Nel luglio del 1942, i Tedeschi completarono invece la costruzione del centro di sterminio conosciuto come Treblinka II. Tra il luglio 1952 e il novembre 1943, i Nazisti e i loro collaboratori assassinarono a Treblinka tra gli 870.000 e i 925.000 Ebrei provenienti dal ghetto di Varsavia, da Radom Bialystock, dal Distretto di Lublino, dal campo di concentramento di Theresienstadt e dalle zone occupate di Bulgaria, Grecia (Tracia) e Jugoslavia (Macedonia). A Treblinka II vennero uccisi anche molti Rom (Zingari) e Polacchi di religione cristiana.
Il luogo in cui sorgeva Treblinka era completamente circondato da boschi e il personale era costituito da ufficiali tedeschi – tra i 25 e i 35 circa – e da unità ausiliarie, tra i 90 e i 150 uomini, formate da prigionieri di guerra sovietici o da civili polacchi e ucraini. I treni che arrivavano al campo – costituiti da 50 o 60 vagoni – venivano fermati nella vicina stazione di Malkinia; poi, venti vagoni alla volta venivano portati all’interno del centro di sterminio. Dopo aver detto ai deportati che si trovavano in un campo di transito, le SS e gli agenti di polizia ordinavano loro di consegnare tutti gli oggetti di valore.
Le vittime venivano quindi obbligate a correre nude all’interno di un camminamento recintato, conosciuto come “il tubo”, e ad entrare nelle camere a gas camuffate da locali doccia. Una volta chiuse le porte, un motore posto all’esterno dell’edificio pompava monossido di carbonio nelle camere a gas, uccidendo tutti quelli che si trovavano all’interno. Un gruppo di prigionieri ebrei selezionato per i lavori forzati rimuoveva poi i cadaveri e li seppelliva in grandi fosse comuni. Il personale del campo uccideva periodicamente questi prigionieri e li rimpiazzava con nuovi arrivati. I prigionieri troppo deboli per camminare fino alle camere a gas venivano fucilati al loro arrivo, in un’area camuffata da ospedale.
A partire dell’autunno 1942, per eliminare tutte le prove dello sterminio, le autorità del campo cominciarono a riesumare i corpi dalle fosse comuni e a bruciarli, assegnando quel macabro lavoro ai prigionieri ebrei. Il 2 agosto 1943, alcuni prigionieri riuscirono a sottrarre alcune armi da fuco dall’armeria, ma vennero scoperti. Centinaia di prigionieri si gettarono allora contro i cancelli cercando di fuggire. Molti furono immediatamente uccisi dalle mitragliatrici; più di 300 riuscirono invece a scappare, ma due terzi circa vennero poi ricatturati e uccisi. Treblinka I, il campo creato originariamente per i lavori forzati, continuò le operazioni fino alla fine del luglio 1944. All’avvicinarsi delle truppe sovietiche, il personale del campo fucilò i prigionieri ebrei ancora rimasti (si calcola fossero tra i 300 e i 700) e poi smantellò la struttura. Le truppe sovietiche sarebbero poi transitate in quel che restava di Treblinka durante l’ultima settimana del luglio 1944.
1.Treblinka II fu (con Chełmno, Bełżec, Sobibór e Auschwitz-Birkenau) uno dei principali campi di sterminio del regime nazista durante la Shoah. Dopo Bełżec e Sobibór, fu l'ultimo dei tre campi di sterminio aperti nel 1942 nell'est della Polonia occupata a entrare in funzione, nel luglio 1942, al fine di attuare l'Operazione Reinhard (in tedesco Aktion Reinhardt), nome in codice dato dai nazisti al progetto di sterminio degli ebrei in Polonia.
2. Nel novembre 1941 era già stato costruito, nei pressi di una grande cava di ghiaia, il lager di lavoro Treblinka (Arbeitslager Treblinka), denominato in seguito Treblinka I. Questo campo, quasi sconosciuto rispetto al suo drammatico omonimo, sorse a circa 2 km a sud del sito di fondazione del futuro lager di sterminio e i prigionieri ivi rinchiusi, per la maggior parte prigionieri politici polacchi (ed alcuni ebrei), vennero impiegati in lavori di scavo e trasporto dei materiali della vicina cava. Treblinka I fu liberato nell'agosto 1944 dalle forze sovietiche avanzanti. Si stima che in questo campo siano transitate circa 20.000 persone (la popolazione del campo oscillava tra i 1000 ed i 2000 deportati) e che almeno la metà sia morta a causa delle difficili condizioni di vita.
3. Ingresso al campo di sterminio di Treblinka vero e proprio, fu operativo dal 22 luglio 1942 al 19 ottobre 1943. Anch'esso, come il primo, prese il nome del villaggio presso il quale venne costruito, oggi nel comune di Małkinia Górna, a 80 km a nord-est di Varsavia, nel voivodato della Masovia di Polonia. Questo lager di sterminio era diviso in due sezioni, Campo 1 e Campo 2 e fu chiamato Treblinka II per differirlo dal precedente Treblinka I, il campo di lavoro.
4. All’ingresso del lager, dove era il corpo di guardia, è posto un bocco di cemento sul quale è scolpita la la pianta schematizzata dei campi: di lavoro a sinistra e di sterminio a destra.
5. Ricostruzione della planimetria del campo di sterminio. Il campo era diviso in 4 sezioni o zone: la prima comprendeva gli alloggi delle SS e delle guardie ucraine (n° 1-2-3-4-5-6-7-8). La seconda il campo residenziale con le baracche degli ebrei che lavoravano nel campo e le baracche dei vari servizi per la vita del campo (n°9-10-11-12-13-14-15-16). La terza comprendeva il campo di raccolta con la rampa dove scaricavano dai vagoni i deportati, le baracche per la cernita dei beni appartenenti ai deportati, un finto ospedale (lazzaretto) dove subito venivano eliminati coloro che non potevano camminare per le camere a gas e poi gettati in una fossa per l’incinerizione, e l’ingresso al “Tubo” Der Schlauch o anche Himmelstrasse “La strada per il cielo” (n°17-18-19-20-21-22-23). La quarta era il Campo della morte. Dal “Tubo” si accedeva direttamente alle camere a gas, 13 in tutto, poi in primo tempo i corpi erano seppelliti in fosse comuni con impiego di calce, in seguito svuotate e riempite di ceneri, dopo che i cadaveri erano stati bruciati sulle “Graticole” (n° 24-25-26-27).
6. Al posto della linea ferroviaria ( non più esistente) che conduceva al campo, sono state poste delle traversine in cemento che ne ricordano il percorso.
7. La ferrovia entrava nel campo ( nell’immagine il confine è segnato da blocchi di pietra piazzati come tanti “monolite”) deviando a sinistra, per poi terminare davanti alla “rampa”.
8. Parte finale della ferrovia.
9. Rampa di scarico deportati dove, una volta spogliati venivano condotti, attraverso un camminamento chiamato “Tubo” Der Schlauch, alle camere della morte.
10.Irmfried Eberl (Bregenz, 8 settembre 1910 – Ulma, 16 febbraio 1948) è stato un medico e militare austriaco naturalizzato tedesco (dopo l'Anschluss). Ufficiale nazionalsocialista fece parte del corpo delle Schutzstaffel (SS) con il grado di SS-Untersturmführer. Eberl fu il primo comandante del campo di sterminio di Treblinka, unico medico a raggiungere questa posizione ed esempio estremo di terapeuta trasformato in assassino. Al termine della seconda guerra mondiale lavorò come medico a Blaubeuren sotto mentite spoglie: scovato dagli alleati nel gennaio del 1948, nel corso di quell’anno si suicidò.
11. Franz Paul Stangl (Altmünster, 26 marzo 1908 – Düsseldorf, 28 giugno 1971) è stato un militare austriaco, ufficiale delle SS e comandante dei campi di sterminio di Sobibor e Treblinka. Nel 1942 venne trasferito in Polonia, alle dipendenze di Odilo Globočnik, per essere nominato comandante del campo di sterminio di Sobibór, da marzo a settembre del 1942, ed in seguito di quello di Treblinka, dal settembre 1942 all'agosto 1943. Catturato al termine della guerra in Austria, riuscì a scappare prima della fine del processo e rifugiarsi in Italia. Giunto a Roma nel 1948 il vescovo Alois Hudal, organizzatore della Ratline, gli procurò nuovi documenti che gli permisero di raggiungere prima la Siria e poi Brasile dove lo raggiunse la sua famiglia. Nel 1967 fu di nuovo arrestato, e sottoposto a processo venne giudicato per la morte di circa 900.000 persone, tra uomini, donne e bambini. Riconosciuto colpevole, il 22 ottobre 1970, venne condannato al carcere a vita. Morì in seguito ad un infarto, nella prigione di Dusserdolf il 28 giugno1971.
12.Kurt Hubert Franz (Düsseldorf, 17 gennaio 1914 – Wuppertal, 4 luglio 1998) è stato un militare tedesco, membro delle Schutzstaffel (SS) nazionalsocialiste. Fu l'ultimo comandante del campo di sterminio di Treblinka. Soprannominato dai deportati Lalke (termine yiddish per «bambola» a causa dei lineamenti infantili del volto) Franz fu conosciuto come uno dei più sadici e crudeli membri delle SS ed era temutissimo dai prigionieri per la sua bestialità e la tendenza alle uccisioni arbitrarie. Nel Processo di Düsseldorf negli anni 1964-1965, fu mostrato il suo album personale di foto del campo dove, a commento delle immagini di una gru a benna usata per il carico dei cadaveri sulle cataste per la cremazione, egli scrisse Schöne Zeiten (Bei tempi). Catturato al termine del conflitto riuscì a fuggire e, tornato a Dusserdolf, esercitò, utilizzando il suo vero nome, il lavoro di cuoco. Nel 1959, mentre lavorava al ristorante Schmoller, venne nuovamente arrestato e dall'ottobre 1964 al settembre 1965 a Düsseldorf fu sottoposto a processo per i fatti relativi al campo di sterminio di Treblinka, insieme ad altri nove appartenenti alle SS del campo. Il 3 settembre 1965 Franz venne condannato al carcere a vita per l'omicidio diretto di almeno 139 prigionieri e come complice nell'omicidio di almeno 300 000 ebrei Rilasciato a causa dell'età avanzata e per problemi di salute a metà del 1993. Kurt Franz morì il 4 luglio 1998 in una casa di riposo per anziani a Wuppertal in Germania.
13. Nel febbraio del 1960, il Consiglio regionale di Varsavia selezionò il progetto per il monumento a Treblinka II di due polacchi, lo scultore Franciszek Duszenko e l'architetto Adam Haupt. Il progetto prevedeva un vastissimo campo di pietre frastagliate a simboleggiare un cimitero, con 17.000 pietre, su 700 dei quali erano scritti i nomi dei villaggi e comunità ebraiche in Polonia che furono cancellati dall'Olocausto. Il campo delle pietre sarebbe stato circondato da alberi, e nel suo centro si sarebbe eretto un obelisco tronco, di base rettangolare, alto circa 8 metri, formato da grandi blocchi di pietre, con un leggero svasamento verso il basso e una fessura centrale; la parte terminale, sempre formata da pietre, sporgente e dagli angoli superiori arrotondati decorata con ornati scolpiti su un lato lungo e l'immagine della menorah, la lampada ad olio ebraica a 7 bracci sul lato opposto
14. Obelisco tronco al centro del memoriale.
Pietre frastagliate a simboleggiare un cimitero (17.000). Su 700 di esse sono scritti i nomi dei villaggi e comunità ebraiche in Polonia cancellate dalla Shoà
16. Janusz Korczak (Il vero nome era "Henryk Goldzmit") - È stato dottore, scrittore, medico e pedagogo ebreo-polacco. Nacque il 22 luglio 1878 a Varsavia. Nel 1911 venne approvato il suo progetto per la Casa degli Orfani, di cui poi fu direttore per 30 anni. L'orfanotrofio era gestito dagli stessi bambini. Nel 1914 pubblicò, tra i suoi numerosi libri, "Come amare il bambino", testo fondamentale della moderna pedagogia. La mattina del 5 agosto 1942 i 200 bambini dell'Orfanotrofio del Ghetto di Varsavia furono prelevati dalle SS per essere mandati allo sterminio al campo di Treblinka. Korczak li accompagnava dopo averli fatti ben vestire con gli abiti migliori e camminare ordinati mano nella mano come se andassero a fare una gita. Gli ufficiali nazisti si opposero che una personalità come Janusz Korczak fosse deportata, ma lui rifiutò la salvezza per seguire i suoi bambini fino alla fine. Sembra che sia morto di dolore sul treno verso Treblinka.
17. Nel 1978, nel centesimo anniversario della nascita di Janusz Korczak, una pietra è stata aggiunta con il suo nome, l'unico riferimento in tutto il campo ad una persona.
18. Davanti alla pietra di Janusz Korczak
19. L'immagine della menorah, la lampada ad olio ebraica a 7 bracci sul lato opposto dell’obelisco tronco.
20. James Edward Young, l'anglista e giudaista statunitense cultore della "Critica al monumento tradizionale", visitando il Memoriale del campo di Treblinka disse:" ... con le sue pietre rotte, con la sua iconografia è forse il più bello di tutti i memoriali dell'Olocausto".
21. Originariamente il campo era riservato allo sterminio degli Ebrei del Distretto di Varsavia - i primi trasporti arrivati il 23 luglio 1942 provenivano infatti dal getto di Varsavia. In un breve arco di tempo cominciaronò ad affluire nel campo i trasporti con gli Ebrei non solo di altre città polacche ma anche dall’Austria, Belgio, Bulgaria, Cecoslovacchia, Francia, Grecia, Jugoslavia e dall’URSS.
22. Le camere inizialmente erano 3 a cui ne furono aggiunte altre 10. Vicino ad esse vi era una centrale elettrica che riforniva di corrente l'intero campo. Nella centrale elettrica vi era un motore recuperato da un carroarmato sovietico che faceva avviare il generatore di corrente. I gas combusti di questo motore erano collegati mediante condotti d'afflusso alle camere e il motore veniva usato per pompare il gas. In una camera di 25 metri quadrati vi venivano stipate 450 o 500 persone.
23. Dietro le camere a gas, nascoste alla vista, vi erano enormi graticole fatte con binari ferroviari, dove venivano messi a bruciare i cadaveri dei prigionieri gassati. Le cremazioni furono disposte dopo la visita di Himmler nell'aprile 1943; all'inizio i cadaveri erano sepolti in grandi fosse preparate da enormi escavatrici provenienti da Treblinka I.
24. Le vittime venivano uccise in tredici camere con il gas di scarico dei motori diesel. I corpi venivano ammassati nelle grandi fosse denominate anche „fosse della morte“. Nel tardo autunno del 1942 i Tedeschi procedettero a bruciare i corpi delle vittime, sia dei trasporti recenti sia di quelle precedentemente seppellite nelle fosse della morte. L’operazione terminò dopo un anno, nell’autunno del 1943.
25. La prima grande rivolta all'interno di un campo di sterminio scoppiò a Treblinka. Qui, dai primi mesi del 1943, uomini e donne che erano stati "selezionati" per il lavoro forzato crearono un'organizzazione clandestina di resistenza per mettere in atto una sommossa che permettesse la fuga dei prigionieri. Il gruppo era guidato da un ex capitano dell'esercito polacco, Julian Chorazycki, e comprendeva altri prigionieri con competenze militari, come i cecoslovacchi Rudolf Masarek e Zelomir Bloch, così come numerosi civili, tra i quali un ruolo di primo piano ebbe la dottoressa Irena Lewkowska.
26. Jankiel Wiernik, (1889 - 1972), ebreo - polacco sopravvissuto all'Olocausto. Uno dei personaggi di punta nella rivolta del 2 agosto 1943 a Treblinka. Dopo la sua fuga seguita alla rivolta, Wiernik scrisse un resoconto dettagliato sui crimini nazisti compiuti nel campo, nel libro: Un anno a Treblinka. Dopo la seconda guerra mondiale Wiernik testimoniò nel 1947 al processo del criminale Ludwig Fischer, uno dei massimi responsabili delle oppressioni sugli ebrei nel ghetto di Varsavia. Nel 1961 a Gerusalemme è testimone al processo del criminale Adolf Eichmann. Nel 1964 è presente all'inaugurazione del Memoriale di Treblinka. Emigrato in Svezia dopo la liberazione del campo da parte dei sovietici, Wiernik si trasferì poi in Israele, dove morì nel 1972 all'età di 83 anni.
27. L'ultimo sopravvissuto degli internati che avevano organizzato la rivolta nel campo di sterminio nazista di Treblinka, Samuel Willenberg, è morto a Gerusalemme all'età di 93 anni. Nato in Polonia e deportato a Treblinka a 19 anni, Willenberg era riuscito a fuggire dal lager con altri 200 deportati, militando poi tra le fila della resistenza polacca. Nel 1950 era emigrato in Israele.
28. Memoriale eretto nel punto in cui si trovavano le nuove camere a gas di Treblinka. La frase "Mai più" è in yiddisch,polacco,russo,inglese,tedesco e francese.
29. Kotzk.
30. Casa dove dal 1839 visse in isolamento per gli ultimi 20 anni il Rebbe di Kotzk.
Tomba del Rebbe Menachem Mendel di Kotzk Morgenstern
Kotzk
Gli edifici ristrutturati conservano lo stile dei vecchi Shtetl
Memoriale di Berek Joselewicz, colonnello dell'esercito polacco durante la rivolta di Kosciuszko
Joselewicz comandò la prima formazione militare ebrea della storia moderna
Fu riconosciuto Combattente ebreo per la libertà della Polonia e gli fu dedicato sia dai servizi postali polacchi che da quelli israeliani un francobollo commemorativo
Morì in combattimento nella battaglia di KockKotzt del 1809 contro gli Austriaci
LECZNA. Piccolo paese che fin dal XV sec. e fino alla Shoà aveva una forte comunità ebraica.Durante la shoà circa 2500 ebrei che vivevano in città furono mandati nel campo di Sobibor e morirono.La comunità ebraica di Leczna cessò di esistere
La grande sinagoga
Le vie vicino alla sinagoga conservano ancora la struttura dei tipici quartieri ebraici.( Shtetl )
41. La via delle sinagoghe.
La vecchia sinagoga o grande, ora è un museo
In alcune vecchie case si vede sullo stipite della porta ancora l'impronta della Mezuzah.
La mezuzah contiene la preghiera fondamentale dell'ebraismo.lo Shemà
45. Contenuto della Mezuzah 1
46. Contenutodella Mezuzah 2
47. Cimitero ebraico nei pressi della sinagoga
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* Libri vivamente consigliati