Libertà va cercando

1° Incontro Luca Mazzinghi Vai
2° Incontro Guido Benzi – Vai
3° Incontro Maurizio Marcheselli – Vai
4° Incontro Marco Vironda – Vai

Luca Mazzinghi

1. La libertà spezzata L’uomo dopo Genesi 3

L’uomo ha la libertà di vivere e di agire secondo quella che noi moderni chiamiamo “coscienza” e l’AT chiama “cuore”. Essa è la radice di ogni altra libertà. Sbagliando, spesso Gen 3 è letto isolandolo da Gen 1-2, alimentando l’idea che Dio crea un mondo perfetto, rovinato poi da Adamo ed Eva, per cui Dio deve inviare il Figlio a rimettere tutto a posto (secondo lo schema: creazione, caduta, redenzione). Invece la prospettiva è differente: c’è un progetto di Dio sull’uomo e sul mondo, che l’uomo non può distruggere. Ci sono caratteristiche che Dio ha voluto che l’uomo avesse e che egli non perde neppure col peccato (il suo essere immagine di Dio, il compito di “lavorare”, la chiamata alla vita di coppia). Allora Gen 3 non mostra l’uomo che distrugge il progetto di Dio, bensì racconta che l’uomo che si oppone al progetto di Dio, che comunque resta valido. Dunque non c’è separazione fra “creazione” e “salvezza” e il progetto di Dio continua a realizzarsi nonostante il peccato dell’uomo. Ecco perché si può parlare di libertà “spezzata”, ma di non libertà “tolta”.

Guido Benzi

2. Dalla servitù al servizio

«Libera il mio popolo perché mi serva nel deserto» (Es 7,16)

L’“Ex-odos” è uscita, fuoriuscita, liberazione; è un ri-nascere, in cui creazione e liberazione si congiungono in un grande patto. Il Dio che crea è anche il Dio che salva; creazione e liberazione sono un atto unico. Faraone è il personaggio meglio descritto e più umano in tutto il libro dell’Esodo, che però si crede al centro di tutto e sopra tutto. E la sua caratteristica principale è l’indurimento del cuore, una ostinazione che, per essere vinta, richiede ben 10 “piaghe”: è l’immagine di un comportamento che Israele dovrà sempre ricordare di evitare. Per Israele il comando di celebrare la Pasqua come memoriale perenne fa sì che il popolo si incontri su un evento eccezionale operato da Dio in suo favore (la liberazione dall’Egitto) ricordandosi della sua povertà e debolezza (la fuga di notte, le erbe amare). Quella pasquale è la celebrazione di un segno efficace che rende Israele “popolo di Dio”, il quale trova il segno della sua unità nella celebrazione di tale rito, che spinge continuamente verso il futuro di quella comunità, indicando l’avverarsi della salvezza e della presenza di Dio qui e ora.

Maurizio Marcheselli

3. Gesù uomo libero

Nel quarto vangelo si trova una certa descrizione di Gesù che, senza impiegare il vocabolario specifico della libertà, tuttavia lo mostra con questi tratti. C’è un unico passaggio in cui si trovano i vocaboli “libertà” e “rendere liberi” in cui però all’apparenza Gesù, in quanto “uomo libero”, non c’entra; invece proprio lì si parla della libertà di Gesù. Per Giovanni, Gesù è l’uomo libero, la cui libertà è leggibile non semplicemente nelle descrizioni che questo vangelo fa di lui, ma anche in quelle che l’autore fa dei suoi discepoli, che entrano nella libertà che è propria del “Verbo incarnato”. Gesù costituisce la perfetta esemplificazione della libertà: la sua carne umana, la sua esistenza terrena vive e gode questa libertà. E in questo sta la radice della libertà di Gesù come “Verbo incarnato”: nel rapporto di ascolto e di adesione alla parola del Padre, alla verità che è il Padre.

Marco Vironda

4. Paolo prigioniero di Cristo – La libertà in Paolo

L’idea di libertà di Paolo è connessa con l’annuncio del Vangelo e con l’annuncio di una libertà che viene proposta al cristiano. Tale libertà è sempre offerta attraverso Gesù Cristo, tramite l’evento della morte e risurrezione del Signore. Quindi nell’ottica di Paolo il cristiano riceve una libertà che prima non poteva sperimentare ed è una libertà che trasforma – sia nella comunità che nella vita personale del singolo – in un nuovo stato di vita diverso dal precedente. L’uomo che crede in Cristo è liberato dal “Peccato”, cioè dalla forza del male che agisce limitando l’uomo e che tiene in schiavitù l’intera umanità; ma anche dalla Legge, dalle “potenze celesti”, dalla “carne” e persino dalla morte. Paolo parla della libertà sempre come resa possibile da Cristo per mezzo della fede: l’uomo può accedere a questa libertà se crede.

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