Un Dio da raccontare

1° Incontro J.-L. Ska  Vai
2° Incontro F. Dalla Vecchia  – Vai
3° Incontro Ermenegildo Manicardi – Vai

J.-L. Ska 

1 – UN DIO DA RACCONTARE   Dal pozzo al trono

– Il ciclo di Giuseppe (Gen 37-50)

La storia di Giuseppe è una parte molto unificata di Genesi. Giuseppe è il figlio preferito da Giacobbe e perciò è inviso ai fratelli, tanto che essi arrivano a venderlo a dei mercanti, dicendo al padre che è morto. Giunto in Egitto, Giuseppe riesce a diventare secondo soltanto al faraone, perché sa prevedere e rimediare ad una fortissima carestia. Quando i suoi fratelli scendono in Egitto per comprare grano, Egli li riconosce, ma loro no. Con vari stratagemmi vuole costringere i fratelli a portare in Egitto il fratello Beniamino, l’altro figlio preferito di Giacobbe. Però stavolta Giuda fa un lungo discorso per evitare di perdere anche questo fratello, insistendo proprio sull’amore che il padre ha per Beniamino (amore che, invece, dovrebbe suscitare l’odio degli altri figli di Giacobbe). Commosso, Giuseppe si fa riconoscere e così si ricongiunge col padre e coi fratelli. Alla fine Giuseppe loda Dio (che mai interviene direttamente nel racconto), perché, alla fine, grazie a tutto ciò che gli è accaduto (di brutto e di bello) egli ha potuto salvare la sua famiglia.

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F. Dalla Vecchia 

2 – Una testa nella bisaccia

– Il libro di Giuditta

Scritto in epoca ellenistica ed escluso dal canone ebraico, il libro di Giuditta inscena innanzi tutto lo scontro tra due divinità: Dio e il re Nabucodonosor, la cui adorazione il suo generale Oloferne impone a tutti i popoli sottomessi, ma che è incompatibile col Dio di Israele. Subito Israele non vuole cedere; poi però mette alla prova Dio: se Egli non interverrà, Israele si arrenderà, per sopravvivere. Soltanto Giuditta, vedova ricca, saggia e bellissima, sgrida il popolo proprio perché mette alla prova Dio; e poi decide di agire. Con la serva va nel campo nemico, seduce Oloferne (promettendogli: «Il mio signore non fallirà nei suoi progetti». Oloferne crede che parli di lui, mentre invece ella pensa a Dio come «Signore») e alla fine lo uccide, dando la vittoria ad Israele. Soltanto questa donna si mostra saggia e timorata di Dio, il Quale le dà la vittoria contro la forza bruta.

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Ermenegildo Manicardi

3 – Dite: «L’hanno trafugato!»

– La Risurrezione: narrazioni in conflitto

I racconti sulla risurrezione di Gesù non nascono subito. Prima Paolo porta la fede nella risurrezione del Cristo, trasmettendo ciò che ha ricevuto dai testimoni oculari (1Ts 1; 1Cor 15). I racconti nascono in seguito, con l’arricchimento della formula: «Risuscitò il terzo giorno dai morti…», per mostrare sempre meglio il dono fatto da Dio con la risurrezione di Gesù. Ogni evangelista sottolinea aspetti diversi e propone scene in parte differenti, a seconda della propria visione teologica. Ad esempio, Marco presenta il kerygma della risurrezione che viene consegnato alle donne dentro alla tomba vuota, seguito da un finale che può apparire monco. Invece Matteo sottolinea la risurrezione come vittoria di Dio, nonostante le losche manovre umane, per chiudere con l’invio del Vangelo al mondo, fino al compiersi del tempo.

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