Riflessioni teologiche – 47. Cristianesimo ecumenico e pratiche di comunione (parte 8: LE 7 REGOLE DELL’ASCOLTO ATTIVO_DA 1 A 3)

Briciole dalla tavola. Vangelo per senza Dio

di Alberto Ganzerli

Osare un cristianesimo radicalmente ecumenico, dinamicamente inserito nel processo di riconfigurazione in forma sinodale intrapreso da chiese e comunità cattoliche su impulso di papa Francesco, richiede un rinnovato impegno nel praticare forme di comunione ecclesiale capaci di ampliare la varietà di coloro che potrebbero essere raggiunti o accolti o attivamente coinvolti. Nell’intraprendere questo percorso di ricerca teologica, di esperienza vissuta e di pratiche di sperimentazione ecclesiale potrebbero essere di aiuto diversi approcci teorico-pratici provenienti da alcune fonti di ispirazione: elementi ricavabili dall’esperienza vissuta nelle famiglie, riflessioni sulle comunità di pratica, metodologie per l’ascolto attivo e la gestione dei conflitti, approcci filosofici della teoria dell’attore-rete (ANT) e dell’ontologia orientata agli oggetti (OOO), suggestioni collegate alla nozione di terzo paesaggio e possibili applicazioni di questi approcci alla teologia e alla pratica ecclesiale (parte 8: LE 7 REGOLE DELL’ASCOLTO ATTIVO_DA 1 A 3)


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riflessioni teologiche 47

Marianella Sclavi, studiosa e sperimentatrice di tecniche di ascolto attivo, di gestione creativa dei conflitti e di pratiche di progettazione partecipata ha presentato a maggio 2022, insieme alla teologa Stella Morra, alcune linee teoriche e pratiche, provenienti da questi ambiti di ricerca e di sperimentazione, che potrebbero essere utili per le esperienze sinodali in corso nella chiesa cattolica. Vorrei proporne qui una ulteriore e più specifica applicazione al rapporto tra con Dio e senza Dio, tra teisti e non teisti, nell’ambito delle pratiche ecclesiali di comunione di quello che potrebbe essere un cristianesimo radicalmente ecumenico. Un buon punto di partenza mi sembrano le 7 regole dell’ascolto attivo, così come formulate da Marianella Sclavi, regole che riprendo qui, aggiungendo a ciascuna di esse un breve commento. Regola 1: “Non avere fretta di arrivare a delle conclusioni. Le conclusioni sono la parte più effimera della ricerca”. Ciò appare particolarmente vero nei casi in cui, come nelle relazioni tra teisti e non teisti cristiani, ci si può aspettare di non arrivare mai – sul piano delle rispettive convinzioni teoriche riguardanti l’esistenza o non esistenza di Dio – a conclusioni di convergenza sulla verità. Ciò non dovrebbe tuttavia impedire nella medesima comunità ecclesiale l’ascolto attivo ma, anzi, incoraggiarlo, nella convinzione che, al di là delle possibili conclusioni sul piano teorico – che potrebbero comunque riservare sorprese se davvero si pratica un ascolto attivo – ciò che più conta è precisamente lo stesso processo. Soprattutto da questo processo, infatti, nel quale ci si ascolta reciprocamente in modo attivo, ci si possono attendere i risultati migliori: l’attitudine da parte di teisti e non teisti, di con Dio e di senza Dio, a rimanere aperti alla relazione e all’ascolto, l’arricchimento reciproco del proprio vissuto, l’acquisizione di una pratica di ascolto attivo che si può ripetere nel tempo, la consapevolezza della provvisorietà di ogni conclusione, che richiede e rimanda a ulteriori pratiche di ascolto attivo.

Regola 2: “Quel che vedi dipende dalla prospettiva in cui ti trovi. Per riuscire a vedere la tua prospettiva, devi cambiare prospettiva”. Ciò che si vede, compresa la propria visione teistica o non teistica della realtà, dipende dal proprio punto di osservazione, che è sempre specifico e limitato. Anche solo per diventare consapevoli di questo carattere prospettico e parziale della propria visione, è quindi utile, o forse addirittura necessario, cambiare il punto di osservazione. Si tratta di un esercizio che ovviamente rimane praticabile solo in modo limitato, perché non è mai possibile immedesimarsi completamente nel punto di vista altrui. Ciò, comunque, nel caso del rapporto tra teisti e non teisti all’interno della medesima comunità ecclesiale, consentirebbe di arrivare a una visione consapevolmente critica della particolarità e parzialità del proprio approccio, teistico o non teistico che sia. L’incontro e la relazione, all’interno della medesima comunità ecclesiale cristiana, con altri che hanno una prospettiva opposta alla propria riguardo alla visione teistica o non teistica della realtà, rappresenterebbe un forte stimolo e una preziosa opportunità in termini di consapevolezza autocritica.

Regola 3: “Se vuoi comprendere quel che un altro sta dicendo, devi assumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti a capire come e perché”. In una medesima comunità cristiana, perché un teista comprenda quel che un non teista sta dicendo o perché un non teista comprenda quel che un teista sta dicendo, l’uno dovrebbe anzitutto assumere che l’altro abbia ragione e ciò in modo reciproco. Ciò può avvenire ovviamente anche solo nei termini di una sorta di temporaneo esperimento mentale, che però contribuisce ad abbattere una prima e fondamentale barriera: il pregiudizio che ciò che l’altro dice e le sue opinioni teologiche, prima che sbagliate, siano in realtà impensabili o assurde. Il secondo passaggio consiste nel chiedere e accettare che sia l’altro a spiegare ciò che intende dire con le proprie parole, a esprimere le proprie opinioni teologiche, facendone comprenderne i reali contenuti. Questo dare parola all’altro consente di evitare che le nostre proiezioni o i nostri pregiudizi deformino quello che dice e falsifichino le sue reali opinioni. Il terzo passaggio consiste nel chiedere e accettare che sia l’altro, con le sue parole, a spiegare il perché delle proprie opinioni teologiche, le motivazioni che lo hanno condotto a riconoscersi in queste posizioni teistiche o non teistiche: potrà trattarsi di storia e formazione personale, incontri e avvenimenti specifici, argomentazioni critiche e riferimenti teorici. Anche questo può contribuire a rendere meno assurde e impensabili ai propri occhi le opinioni teologiche teistiche o non teistiche dell’altro e – anche se non si arriverà a condividerle – per lo meno si potrà giungere a comprenderne i reali contenuti e le motivazioni che ne stanno alla base.

Riferimenti:

Le sette regole dell’ascolto attivo di Marianella Sclavi si possono trovare sul sito: www.ascoltoattivo.net

Stella Morra – Marianella Sclavi, Sinodalità: Quali pratiche?
Audio-video su YouTube pubblicato il 17 maggio 2022
Si può trovare su YouTube cercando: sinodalità sclavi.

Marianella Sclavi, Arte di ascoltare e mondi possibili. Come si esce dalle cornici di cui siamo parte, Bruno Mondadori, Milano 2003.

Marianella Sclavi – Lawrence E. Susskind, Confronto creativo. Dal diritto di parola al diritto di essere ascoltati. Con una conversazione tra Marianella Sclavi e Giuliano Amato, Et al. Edizioni, Milano 2011.
Questo volume è disponibile anche in una nuova versione ebook Kindle del 2021 con il titolo: Manuale di Confronto Creativo. Le Arti della Comunicazione, della Convivenza e della Democrazia nel XXI secolo.

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