Reiki ? No! Grazie

Germogli

germogli” è una collanina, nata quasi per caso, dopo una riunione nella quale mi era stato chiesto di proporre una breve meditazione;

germogli” è una cosa piccolissima, debole, un timido inizio, niente di ambizioso;

germogli” ha la pretesa di mettere in comune qualche passo nel cammino di fede guardando alla Scrittura e sapendo che «né chi pianta è qualcosa, né lo è chi irriga, ma è Dio che fa crescere» (1Cor 3,7).

Alberto Bigarelli

di Alberto bigarelli

Non è infrequente, parlando con qualcuno che domanda una preghiera di liberazione, sentirmi dire che ha avuto a che fare col Reiki. Avevo letto qualcosa in proposito e mi è sembrato opportuno presentare la pericolosità di questa cosiddetta “terapia/potenziamento energetico personale”. Mi era capitato infatti tra le mani un libro di Giuseppe Zanella, che è un Reiki-Master, dal titolo: “Reiki, La Grande Luce Divina – Il Vortice del­la Vita” (Milano), già alla quarta ristampa nel 1997. L’autore parla del Reiki con particolare competenza e convinzione. Mi è servito molto per capire con che cosa abbiamo a che fare.

Partiamo dal termine Reiki. La parola Reiki è di origine giapponese ed è composta da due sillabe: la prima Rei significa “qualcosa di misterioso, miracoloso e sacro”. Sta ad indicare l’Energia primordiale (Divina). Quell’energia che esisteva ancor prima della creazione dell’universo, il principio divino dal quale è scaturito il Big Bang e che ha portato alla creazione dell’universo in tutte le sue manifestazioni. La seconda, Ki, significa “atmosfera” o“qualcosa che non si vede” o anche“l’energia dell’universo”. Questo termine indica l’Energia Vitale Universale intrinseca ad ogni essere e/o cosa. Il Ki permette ad ogni cosa di esistere ed agli esseri viventi di vivere; è l’energia che regola il funzionamento stesso dell’Universo. Ki è il corrispondente del Chi per i cinesi, del Prana per gli indù, Luce o Spirito Santo per i cattolici, ecc.

Già dalle prime pagine del testo di G. Zanella si co­minciano a scorgere alcune tratti tipici: «Vivere con il Reiki significa capire che, attraverso le nostre mani, la nostra mente ed il nostro cuore, possiamo cambiare, perché anche noi siamo parte del tutto… Chi con il Reiki è in comunione con il ricevente, ne percepisce ogni singolo malessere e ha nelle sue mani il potere di sollevarlo da tali pene….» (p. 10). Una percezione particolarmente estesa, terapia, trasmissione energetica positiva…

L’autore analizza il nome Reiki dicendo che il termine va diviso in tre parti. Riporto integralmente: 1. «lo spirito di Dio (il cielo, la pioggia che cade, la bocca e le sue parole); 2. l’anima (simbolo usato nell’antichità in Giappone e Cina, per contraddistinguere le persone dotate di poteri para­normali e serviva, inoltre, per invocare la pioggia); 3. la materia (vapore; la croce indicata con i quattro segni; il riso, nutrimento materiale dell’uomo; la linea lunga curva è il vapore che sale)».

Dopo aver presentato come ci si saluta fra reikisti, parla del triangolo cosmico spiegandolo così: «I tre punti del triangolo cosmico sono indispensabili per far capire che la real­tà che sta vivendo si trova nei caos più assoluto. Egli ha bisogno di credere in qualcosa di autentico o che celi in un simbolo la conoscenza. Il triangolo con l’Atomo che, per eccel­lenza, è il simbolo dell’equilibrio e della forza, è a dimostrazione di ciò che realmente s’intende con il termine energia e ciò che essa riesce ad essere attra­verso la materia e la conoscenza.

A — Energia

B — Materia (Energia concentrata)

C — Conoscenza che ha la materia.

La materia – prosegue G. Zanella – fornisce la conoscenza necessaria per comprendere che per torna­re più consapevole all’energia, l’uomo deve porre in equilibrio dentro di sé due principi: Materia ed Energia. L’Atomo che si trova nel triangolo vuol significare il periodo che stiamo viven­do, in cui tutto è mosso dall’energia, qualunque essa sia: meccanica, elettrica o cosmica. Esso si può anche interpretare come il nucleo da cui tutto ha avuto origine attraverso la sua vibrazione. Queste vibrazioni formano due linee (una orizzontale ed una verticale): la croce. I tre punti del triangolo energia-materia-conoscenza. Il Quadrato simboleggia le virtù cardinali che ognuno di noi possiede. Il cerchio rappresenta l’infinito, il cosmo che racchiude il Tutto» (p. 12).

Nella pagina successiva i simboli vengono rispiegati, ma con maggiori dettagli – se si può dire – teologici. Riporto i due più significativi: «La croce: simboleggia la sofferenza che l’uomo, in questi duemila anni ha patito. Essa, tra poco, finirà di rappresentare un’epoca. Infatti, attraverso la conoscenza di sé, l’uomo raggiunge l’unità, quella stessa unità perduta nel momento in cui si è immesso nella materia imperfetta, alla ricerca di emozioni differenti da quelle che poteva avere. Il Triangolo: A = il Padre = Energia, B = il Figlio Materia (Energia concentrata), C = Spirito Santo = Conoscenza che la Materia riceve per modificarsi e cresce­re fino al raggiungimento dell’equilibrio» (p. 13). Il capitolo sui simboli si conclude così: «I simboli cosmici di base sono cinque, tutti gli altri sono modifiche che l’uomo ha ricevuto per comprendere meglio il visibile e l’invisibile, I simboli racchiudo­no la realtà e la spiegano alle menti. Essi sono trasmessi dai fratelli invisi­bili che li diffondono tra gli iniziati affinché siano utili agli uomini e diano loro potenza» (p. 14).

Appaiono dei “fratelli invisibili”, degli spiriti. Si parla della loro azione e si rivela per­ciò la vera natura di questa tecnica di guarigione: una “tecnica spiritista”. A questo punto possiamo già domandarci se, chi pratica il Reiki, possa ritenersi cristiano. Ho seri dubbi; può un credente accettare simili affermazioni?

La teoria spiritica del Reiki mi è stata confermata anche dalla testimo­nianza diretta di un giovane che ha fatto il corso per diventare reikista di secondo livello. Il suo Master, durante il seminario ha spiegato – forse senza volerlo – che la forza del Reiki viene dagli “spiriti” della “montagna sacra” su cui Mikao Osui, il fondatore della terapia Reiki (Taniai, 15 agosto 1865Fukuyama, 9 marzo 1926), fece il suo digiuno, in meditazione, per 21 giorni. In seguito a quella esperienza gli fu data la capacità di ricevere l’Energia Universale. Chi gliel’ha data? Non è un interrogativo inopportuno.

Il Reiki consisterebbe, secondo Zanella, in qualcosa di assolutamente “naturale”. L’autore afferma, con molta convinzione: «è uno dei sistemi terapeutici più semplici che l’uomo possa conoscere. Non servono particolari qualità paranormali o infarinature di medicina, poiché il Rei­ki è energia universale intelligente e si dirige dove serve, lasciando il soggetto in uno stato di profonda tranquillità e benessere, riportando in stato attivo le cellule passive che creano dolore…

Esso è amore universale, sapienza e verità: è un’energia che dà vita a tutto l’universo e lo mantiene costantemente… I Tibetani, già millenni fa, conoscevano la vera essenza di ogni essere, com­posto di materia e di energia, e usavano questo sapere per curare il proprio corpo ed armonizzare lo spirito o l’anima riportando l’uomo all’unità origina­ria. In molte altre parti del mondo, il Reiki venne conservato nelle scuole di mistero di quasi tutte le culture; pochi eletti, sacerdoti o figure mistiche, ne e­rano a conoscenza; quest’arte veniva tramandata oralmente a discepoli meri­tevoli…» (p. 15).

Per avere tuttavia uno sguardo più approfondito è bene guardare ad un al­tro libro tutto italiano: “Reiki – Teoria, pratica e 20 simboli di un antico metodo di guarigione orientale” di Franca Silvani. L’autrice spiega molto bene anche le cose lasciate in ombra nel li­bro di G. Zanella. Per esempio dice che: «Il Reiki è un metodo per connettere consapevolmente la nostra energia con l’Energia Universale ed entrare in comunicazione attiva con essa, per ricever­la, convogliarla e trasmetterla. È un metodo molto semplice e alla portata di tutti; riprende antichi insegna­menti che fanno parte del Buddismo Tibetano» (p. 2). Poi continua: «Tutto è energia, l’energia è in tutto. Tutto è equilibrio, l’equilibrio deve esse­re in tutto. Uno squilibrio crea una disfunzione. Il suo riequilibrio ristabilisce la funzione» (p. 3).

Questa dichiarazione pone molto chiaramente la realtà del Reiki all’interno del panteismo, quindi già da questo punto di vista lo rende asso­lutamente incompatibile con la fede cristiana. L’autrice afferma ancora che o­gni malattia è la conseguenza di “vuoti o di blocchi di energia”. Il Reiki, infine, dovrebbe servire anche «a riportarci sul cammino della verità, della nostra verità più autentica» (ib). F. Silvani non ha esitazioni a spiegare di quale verità si tratti: «Premetto che credo nella reincarnazione, e credo che ogni nostro problema, incluse le malattie, nasca dalle nostre memorie, di questa vita o di vite precedenti. Il percorso è: Memoria – Emozione – Reazione fisica – Reazione psichica – Reazione energetica = un organo, che simbolicamente è legato a quella memoria, subisce maggiormente il bombardamento di tutte queste rea­zioni e si ammala» (p. 4).



Presenta anche che cosa sarebbe l’Energia Universale del Reiki: «Possiamo trasmetterla con un contatto diretto, usando le mani, oppure a di­stanza, usando la nostra mente. A differenza di altri sistemi, con il Reiki non si trasmette energia propria, quindi si evitano i rischi di errate diagnosi o terapie, di esaurimento e stanchezza, di trasmettere o assorbire problemi personali. Infatti è l’Energia Universale, ov­viamente intelligente, che agisce come e dove lo ritiene necessario. L’operatore è solo un canale che si mette a disposizione, ricevendo da ciò an­che benefici per sè» (p. 5).

L’iniziazione – Non si può usare il Reiki se non si è passati attraverso l’iniziazione o “attivazione”. Si parla sempre di un metodo di cura naturale, conosciuto da tutti i popoli fin dall’antichità, ma per poterlo usare non basta un semina­rio. Per capirne la tecnica, è necessaria un’ iniziazione fatta da un Master che sia in grado di trasmettere questo potere: «Questa possibilità – scrive l’autrice – viene trasmessa con iniziazioni, o attivazioni, fatte durante seminari appositi, da un Master, cioè da una persona che è stata a sua volta iniziata e abilitata a farlo. Cosa succeda esattamente durante una iniziazione e perché ciò avvenga, non è facilmente definibile. Chi l’ha desiderata, richiesta e ottenuta, si rende conto del cambiamento che è avvenuto in lui, ma a sua volta non lo sa spiegare. Non si sa come e perché funzioni, ma funziona. Questo conta. Con la respirazione il Master controlla dei movimenti di Energia che avvengo­no in lui, compie dei gesti con cui immette e attiva dei simboli nel ricevente. Un flusso di Energia scende dall’alto portando i simboli (?!?) della attivazione, attraverso il Master entra attraverso il settimo chakra del ricevente, scende con essi fino al cuore e li si unisce con l’Energia che sale dalla terra. I simboli vengono attivati anche nelle mani e nei piedi del ricevente. Il Master è un canale al servizio dell’Energia… Ci vogliono solennità e rispetto…

Le iniziazioni, secondo il metodo originario, si danno in tre livelli… La persona che ha ricevuto anche solo un’iniziazione Reiki, diventa un canale attraverso cui passa Energia Universale che interviene sui problemi, riequilibrandoli. Durante questi seminari vengono anche fornite spiegazioni e indicazioni prati­che su come operare. E con il passare del tempo, dall’esperienza di tutti, au­mentano le soluzioni creative per ogni tipo di problema» (pp. 6-7).

Si parla di “chakra”, che come si sa, vengono dall’induismo. Qui occorre fare però una sosta. Cosa sono? Sono chiamati chakra non tanto punti vitali del corpo fisico, quanto piuttosto punti di concentrazione energetica del “corpo sottile” – presente nel corpo fisico, ma distinto da esso – che sono come canali attraverso i quali si muove e scorre l’energia vitale. Secondo la tradizione orientale più consolidata i più importanti sono sette: 1. cervello/ghiandola pineale; 2. il terzo occhio/ghiandola pituitaria posta alla base del cranio; 3. gola/tiroide; 4. cuore/sistema circolatorio; 5. stomaco e sistema digestivo; 6. chakra sacrale (ovaie e testicoli); 7. coccige o radice della spina dorsale.

Dunque, tornando allo scritto della F. Silvani, si parla di “chakra”, e poi di energia “intelligente” che “porta” dei non meglio identificati “simboli”, poi si parla di energie che proven­gono dall’alto e che si uniscono a quelle che provengono dalla terra, di chiara derivazione taoìsta, come nell’agopuntura cinese. L’iniziazione si trasmette per mezzo dell’imposizione delle mani dal Master all’allievo, durante una cerimonia in cui si adora l’Energia Uni­versale: «Chi ha ricevuto questa attivazione ha i simboli del Reiki nella sua aura…» (p. 7). Ecco un’altra parola insolita “aura”. Poi cosa significa che i simboli sono “nella sua aura”? Il concetto di “aura” è strettamente legato all’esoterismo e al mondo della medianità.

L’aura – Parola che deriva dal greco alos («corona»). È come un alone, un campo di radiazione luminosa, invisibile alla normale percezione, che circonderebbe e animerebbe tutti gli esseri viventi (persone, animali e piante), come una sorta di bozzolo, una specie di espansione del “corpo sottile” capace di riflettere l’anima dell’individuo cui tale aura appartiene e che può sopravvivere al decadimento della sua vita biologica. Come per i chakra, non esistono prove scientifiche a supporto di tale credenza. Le descrizioni dell’aura che ci sono pervenute provengono da popoli appartenenti a culture molto diverse, antiche e moderne, presso le quali sono presenti raffigurazioni dei corpi umani avvolti da ovoidi luminosi; dal loro aspetto sarebbe possibile capire persino un eventuale stato di malattia del corpo.

Anche l’«Enciclopedia della Medicina Alternativa» (Fabbri Ed.) descrive la teo­ria dell’aura come un dato di fatto già appurato: «La teoria dell’aura parte dal presupposto che ogni oggetto sia avvolto da un campo di energia magnetica che funge da intermediario, permettendo l’interrelazione con altre energie presenti nell’ambiente circostante. Il campo di e­nergia magnetica… (CEM) … è composto da sette raggi connessi con le ghian­dole del sistema endocrino… Ogni sostanza animata e inanimata, a patto che le sue funzioni non siano so­spese, è dotata di un’aura, prodotta dalla forza vivente che inerisce alle costi­tuenti naturali della sua forma. Questa forza vivente, di fonte minerale, vegeta­le, animale o umana che sia, istituisce un comune ambito o piano aurale, che è un deposito di energia pura, intatta. Su questo piano, i regni minerale e vege­tale sono costantemente intenti, tramite i loro propri canali di comunicazione, a trasferire la loro particolare forza vitale alle più sottili nature di animali ed esseri umani…» (T. Mezzetti, Come leone ruggente…, Torino 2004, 37-52).

Come è facile verificare, queste teorie, pur incomplete e smozzicate, cir­colano anche tra i cristiani, che credono che l’aura potrebbe essere un metodo diagnostico per scoprire e curare le malattie.

Per una descrizione dell’aura più specificamente legata al Reiki leg­giamo quanto riporta il Tarozzi, citato da G. Zanella: «Insegnamenti esoterici e dottrine filosofiche sorte un po’ ovunque sul nostro pianeta hanno ipotizzato, nel corso dei secoli, l’esistenza di un’emanazione energetica esterna al corpo fisico; a tale manifestazione sono stati attribuiti i nomi più svariati, il più diffuso dei quali è “aura”. A seconda delle dottrine o delle scuole di pensiero… potremmo riassumere questi corpi in tre manifestazioni fondamentali:

un corpo eterico, ancora strettamente legato al piano fisico, che avvolge e circonda fino ad una distanza di una ventina di centimetri;

un corpo astrale, più sottile del precedente, che si estende per un paio di metri;

un corpo mentale, che può arrivare ad una distanza di quattro­ cinque metri da quello fisico. «Naturalmente – come dice il Tarocchi – il nostro occhio non vede i raggi ul­travioletti, né il nostro orecchio registra gli ultrasuoni, ma noi conoscia­mo bene queste realtà, anche se non le recepiamo con i nostri sensi, per­ché siamo in grado di misurarle, registrarle e perfino produrle a volontà con apposite apparecchiature, cosa certamente mai neppure dimostrata per quanto riguarda l’“aura”» (p. 99). L’autore conviene perfino che: «Facciamo invece molta più fatica ad accettare l’esistenza di energie che non siamo ancora riusciti a misurare e visualizzare» (ib.). Possiamo domandarci: perché dovremmo accettare come “fenomeno fisico” qualcosa che non è dimostrabile, né misurabile, né visualizzabile, totalmente inafferrabile ed evanescente?

L’anima, secondo la fede cristiana, non è certo un “corpo etereo”. Sor­prende tuttavia come mai nessuno parli di questo e metta in guardia i fedeli dalle teorie e dalla pratica del Reiki accolto purtroppo anche da associazioni, da movimenti cattolici e perfino da ordini religiosi.

Le “Guide” – Le cosidette “Guide” sono uno degli aspetti più singolari del Reiki. Cerchia­mo di comprendere che cosa sarebbero queste fantomatiche “Guide” ap­prendendolo direttamente dal testo della Silvani. L’autrice, descrivendo “Il Reiki Universale ed i suoi tre metodi”, scrive così: «Il 21 giugno 1997, ci siamo riuniti in 9 Masters iniziati a tutti e tre i metodi (U­sui, Tibetano, Karuna) ed abbiamo deciso di unificarli in un metodo unico, per maggiore semplificazione e chiarezza, sia nell’utilizzo che nelle iniziazioni… Con il metodo Universale, in ognuno dei 3 livelli, vengono trasmessi i tre meto­di… Abbiamo ritenuto di fare le modifiche che ci sono sembrate utili per una mag­giore diffusione del Reiki, di un Reiki più specifico e funzionale, in linea con quello che crediamo sia un’esigenza dell’umanità in questa epoca storica di grandi cambiamenti: quella che tutti dovrebbero avere il Reiki. Siamo certi che le Guide che ci assistono saranno sempre al nostro fianco per condurci ogni volta che trasmetteremo Reiki Universale e per rimedia­re ad ogni nostro eventuale errore. Ad Esse ci affidiamo» (p. 13).

Queste misteriose “Guide” incuriosiscono molto. Si tratta cer­tamente di esseri intelligenti, capaci perfino di correggere gli eventuali er­rori commessi dai fedeli Masters. La fede della Silvani in queste entità è saldissima, così fermamente basata sulla loro benefica azione, da poter affermare con grande sicurezza: «Ad Esse ci affidiamo». Sorprende la misura di questa totale fiducia.

Leggiamo perciò con atten­zione che cosa siano queste “Guide”, così preziose, onnipotenti e neces­sarie al successo del Reiki: «La nostra possibilità di contatto con le Guide che da sempre ci seguono, qua­lunque nome diamo loro, aumenta con i diversi livelli. Possiamo chiamare que­ste Guide: Forze, Angeli, Angelo custode, Santi, Deva, Spiriti di Natura, Maestri Ascesi, secondo la nostra tradizione o le tradizioni di altre culture, comunque è innegabile che c’è qualche cosa che comunica con noi portan­doci insegnamenti, aiuti, ispirazioni e intuizioni. La nostra consapevolezza e possibilità di percezione delle dimensioni sottili aumenterà sempre più, anche se per ognuno di noi seguirà modalità differen­ti» (p. 14). In pratica siamo in presenza di “spiriti/demoni”.

Contattare le “Guide” – Le “Guide” sono sempre a disposizione del reikista e la Silvani ci inse­gna anche come si fa a contattarle per dialogare con esse: «Per i contatti con le Guide: fate un trattamento a distanza a voi stessi (trac­ciate una volta HSZSN, CKR, pronunciando tre volte i loro mantra; chiama­te 3 volte il vostro nome e cognome; visualizzatevi in un grande CKR, che comprenda tutta la persona; tracciate una volta ciascuno, pronunciando tre volte il mantra: CKR, HSZSN, CKR, DKMU, CKR, SHK, CKR). Chiedete il contatto con la Guida e dialogate con Lei. Potete aggiungere un SHK (dà la chiave di accesso e di comprensione)» (p. 63-64).

Da questo si comprende bene come queste “Guide” non sono altro che “spiriti” e che i simboli sono semplicemente i modi per raffigurarli e per chiamarli. Si comprende anche perché sia completamente falsa la sto­ria che lo scopritore del Reiki fosse un “monaco cristiano”. Un monaco cristiano (quindi della Chiesa Cattolica o Ortodossa) non si metterebbe certamente a dialogare con le “Guide”. Resta sempre miste­rioso il fatto che si raccontino tante menzogne, a meno che non si capisca che dietro c’è il “padre della menzogna”.

La scoperta del Reiki – Viene raccontato candidamente così: «Il Dottor Usui era il Rettore di una piccola università cristiana a Kyoto … egli era anche un sacerdote cristiano… Un colloquio.., all’inizio di una funzione domenicale cambiò lo scopo della vita del Dottor Usui… uno studente anziano prossimo alla laurea, alzò la mano e gli chiese: “Lei accetta alla lettera i con­tenuti della Bibbia?”. Il Dottor Usui rispose che credeva in essi. Lo studente continuò: “Nella Bibbia si racconta che Gesù curasse i malati, operasse guari­gioni e camminasse sulle acque. Lei che accetta integralmente ciò che è ripor­tato nelle Scritture, ha mai visto accadere tutto questo?”. Il Dottor Usui rispose che ci credeva, ma che non aveva mai visto una guarigione, né qualcuno che camminasse sulle acque. Lo studente continuò: “Per lei,… quel tipo di fiducia cieca è sufficiente, perché lei ha vissuto la sua vita e possiede le sue sicurez­ze. Per noi che stiamo appena iniziando le nostre vite da adulti ed abbiamo molte domande e tante inquietudini non è sufficiente. Noi abbiamo bisogno di vedere con i nostri occhi”. Il dr. Usui, il giorno seguente, si dimise dall’incarico di Rettore ed andò negli Stati Uniti (!!!), dove conseguì il dottorato in Sacre Scritture, cer­cando il “segreto” delle guarigioni di Gesù, “ma non trovò quello che cercava”. Tornò in Giappone e si interessò alla tradizione Buddista “in quanto al Budda veniva attribuito il potere della guarigione”. Finalmente incontrò un abate anziano di un monastero Zen che gli permise di “stu­diare le scritture sacre dei buddisti, le sutra, alla ricerca della chiave della guarigione” e allora: decise di imparare il sanscrito per poter leggere le scritture originali del Buddismo… mai tradotte e finalmente trovò quello che aveva cercato. Negli in­segnamenti del Budda, trascritti da un ignoto discepolo mentre Budda parlava, il dr. Usui trovò le formule, i simboli e la descrizione di come il Budda operava le guarigioni…. Sebbene avesse scoperto la conoscenza, non aveva il potere di guarire. Discutendo di questo con il suo vecchio amico abate, Usui decise di andare in meditazione su una montagna, alla ricerca del potere della guarigio­ne. L’abate gli disse che sarebbe stato pericoloso e che avrebbe rischiato la vi­ta, ma Usui rispose che era giunto fino a questo punto e non sarebbe tornato indietro. Scalò una delle montagne sacre del Giappone e rimase in meditazio­ne per ventuno giorni… Il ventunesimo giorno ebbe una visione di un raggio di luce che dal cielo veniva velocemente verso di lui. Nonostante avesse paura, non si mosse, fu colpito dalla luce e cadde per terra. Poi in rapida successione vide comparire dinanzi a sé, sotto forma di bolle di luce, i simboli che aveva scoperto nei suoi studi, la chiave per la guarigione usata dal Budda e da Gesù. I simboli ardevano imprimendosi nella sua memoria. Quando si risvegliò il dr. Usui non sentiva più la stanchezza, la rigidità e la fame come nei momenti che avevano preceduto il suo ultimo giorno di meditazione» (Reiki Alliance, pp. 15-16).

Così il dr. Usui ha capito i trucchi di i trucchi di Gesù, ex-cristiano, ex-sacerdote (!?!), ex-esperto di Sacra Scrittura… Per capire meglio questa grande illuminazione del dr. Usui, e come il Reiki sia più un rituale religioso che una terapia, riporto da un manuale del Reiki: «Nel Reìki non esistono dogmi, atti dì fede, regole ferree ed assolute; una volta ricevuta l’apertura dei canali attraverso i quali scorre l’energia (attraverso una serie di cerimonie rituali), ognuno è in grado di trarne ciò che è pronto a recepi­re… Come ogni forma di rapporto con l’energia, il punto fondamentale è l’uso che l’uomo ne vuole fare; . . il problema è proprio questo: il Reiki funziona… perché molti rischiano di giocare con il fuoco scegliendo di vivere questa espe­rienza spinti solo dalla curiosità… Parliamo della scelta di diventare canali attivi, cioè di ricevere quelle che ven­gono chiamate le iniziazioni ai vari livelli.., ricevere le iniziazioni soprattutto per quanto riguarda i livelli superiori al primo significa innescare una tra­sformazione energetica ed inferiore che finisce con l’essere guidata dalla real­tà e non dal nostro ego.  Come avrà fatto a vedere” un raggio di luce venirgli contro è un ‘mistero “‘ infatti la luce non si può vedere finché non sia giunta a colpire la retina… Forse in Giappone gli uomini hanno occhi diversi dalla norma e la loro fisica non è quella del pianeta Terra’? Il Reiki si serve di rituali di attivazione energetica (le cosiddette iniziazioni) e di una serie di simboli per canalizzare ed indirizzare l’energia… il Reiki… è utile per alcune persone, quelle che se ne sentiranno at­tratte. La Verità è una, mentre le strade per raggiungerla sono tante quante sono le tipologie umane. È bene ricordare che si tratta di un mezzo e non di un fine, non confondere mai la strada con la propria destinazione. Altrimenti si corre il rischio di perdersi in un labirinto di forme mentali.., In ultima analisi nu­merose osservazioni sperimentali hanno dimostrato che l’energia del Reiki, una volta entrata nel corpo, si dirige spontaneamente dove maggiormente è necessaria, comportandosi come un liquido che aderisce spontaneamente alle pareti del suo contenitore” (G. Tarozzi, Reiki, energia e guarigione, Milano 2001, 2-3).

“Aura”, “Guide”… e altro ancora – Nonostante questa carrellata che mostra comunque la sua non scientificità, si parla del Reiki come se si trattasse della cosa più tranquillamente dimostrata, più logica e naturale del mondo.

Dell’ “aura “, per esempio, si dice un gran bene. Scrive il Tarozzi: «Abbiamo già visto nelle tecniche di Primo Livello come sia consigliabile acca­rezzare l’aura per concludere i trattamenti, per rilassare il soggetto e riarmo­nizzare l’energia. È però possibile utilizzare tale tecnica anche da sola; in questo caso, basterà far sdraiare la persona che vogliamo trattare ed accarezzarne per tre volte l’aura, partendo dalla testa per scendere fino ai piedi. È una tecnica semplice ma estremamente utile per affrontare momenti di stress o ipertensione, in situazioni in cui magari manca il tempo per un approccio più profondo e com­pleto. Esiste inoltre una tecnica per ottenere l’effetto opposto, ossia per tonifi­care una persona che si trovi in un momento di crollo energetico, magari sul punto di svenire: partendo dai piedi e risalendo verso l’alto, “arruffargli” l’aura con movimenti armoniosi e veloci, come se si stesse scompigliando il pelo di un gatto» (Ib. p.100).

Con stupidaggini di tale portata si attirano verso gli “spiriti/demoni” tante perso­ne ingenue e disinformate.

Ma c’è perfino dell’altro. Per es. con il Reiki possiamo curare addi­rittura… il pianeta Terra. Come potrà succedere ce lo facciamo spiegare da Giancarlo Tarozzi: «Numerosi ricercatori –  per es. quelli associati alla gnosi di Princeton – hanno riscoperto negli ultimi anni l’esistenza delle forme-pensiero, conosciute in molte tradizioni esoteriche sotto i nomi più disparati, e sfruttate a fondo dalla magia cerimoniale. Il concetto sarebbe questo: quando ci soffermiamo spesso su un’immagine mentale finiamo con il caricarla di energia, per cui essa finisce col com­portarsi come se fosse dotata di vita propria (?!l?!!). Maggiore è l’intensità e la frequenza di tale pensiero, maggiore la vitalità che tale forma assume. Parlia­mo di manifestazioni che ricordano la vita, ovviamente, non di esseri viventi veri e propri. Per es., le forme-pensiero tendono a conservarsi, a sfuggi­re alla distruzione, per cui gli eventi tendono ad andare in una direzione che ne favorisca la sopravvivenza.

Queste forme-pensiero disporrebbero di una certa libertà di azione, che le spingerebbe ad aggregarsi con altre forme simili per acquistare forza (ricor­diamo ancora una volta che il paragone con il comportamento di un essere vi­vente è solo di comodo). Su questo principio si basano tutte le scuole americane di positive thinking (pensiero positivo), che insegnano a facilitare la soluzione dei nostri problemi mantenendo un atteggiamento interiore positivo e costruttivo nei confronti del­l’esistenza.

Purtroppo, lo stesso discorso vale per i pensieri negativi: non è un mistero che molto spesso le cose sembrano andare sempre bene per chi è ottimista e fidu­cioso nelle proprie capacità, mentre quelli che si sentono sempre dei perdenti nati incontrano molte più difficoltà nella loro esistenza.

Una delle caratteristiche delle forme-pensiero è quella di opporsi con tutte le forze alla disgregazione, che si verifica ogni volta che il pensiero che le alimen­ta viene abbandonato, per cui esse fanno tutto il possibile perché questo non avvenga. Ciò spiegherebbe quanto sia difficoltoso inizialmente prendere una nuova abi­tudine, ma ancora più difficile liberarsene. Ed è anche una delle ragioni per cui, volendo assumere nuovi comportamenti, è consigliabile inizialmente mantene­re una certa regolarità (p. es. meditare, fare ginnastica, ecc. sempre alla stes­sa ora e nello stesso luogo), così da rinforzare una forma-pensiero molto pre­cisa. Questo è uno dei presupposti che può spiegare tra le altre cose la validità ed il funzionamento del trattamento al pianeta: se un numero sufficientemente grande di persone invia contemporaneamente pensieri positivi, e con una certa regolarità, dà vita ad una forma-pensiero molto potente che farà poi di tutto per sopravvivere, alimentandosi ed incoraggiando l’insorgere di pensieri positivi analoghi.

Come mandare energia alla Terra.

  1. Stando seduti, ad occhi chiusi, effettuare la Centratura del cuore.
  2. Tenere le mani parallele, ad una distanza fra loro di circa trenta centimetri, all’altezza dell’ombelico; è possibile anche appoggiarle sulle cosce. Im­maginare di tenere la Terra tra le mani, in modo che possa ruotare libera­mente, senza toccarla, Il polo sud punta verso l’ombelico, e il polo nord verso l’esterno.
  3. Formulare mentalmente una frase meditativa (p. es. “lì Reiki sta guaren­do la Terra”).
  4. Sollevare simbolicamente con le mani il pianeta all’altezza del petto ed accarezzarne tre volte l’aura (una volta di lato, una dietro ed una davanti) con entrambe le mani.
  5. Ringraziare e salutare il pianeta.
  6. Sfregare lentamente e dolcemente le mani per interrompere il contatto» (op. cit. 93-94) .

Che dire! Fabulazione cervellotico-mistica; mania di onnipotenza, ambizione smisurata… E se non bastasse, leggiamo ancora che per “curare il pianeta Terra” bisogna dare il Reiki al nostro pianeta tutti alla stessa ora: «Qualora non sia possibile effettuare questo trattamento nel momento stabilito, nessun problema: lo si può fare in un altro momento. Bisognerà però premette­re all’esercizio un “avvertimento” all’Universo, precisando che l’energia che si dando deve essere liberata proprio alle 18 di domenica» (p. 93). C’è da immaginarsi l’Universo che si mette sull’attenti, poi si inchina e subito obbedisce ai suoi potenti padroni: i Masters del 3° livello Reiki.

Conclusione – Rendendoci conto della parte tenebrosa che fa da base a questa pratica di medicina alternativa è chiaro che un credente non può finire sotto la sua influenza, né come cliente che cerchi la guarigione, né tantomeno come operatore. Certamente i reikisti vantano anche delle guarigioni, ma queste sono guarigioni “energetiche”, come affermano i suoi sostenitori, o potremmo dire più chiaramente che sono guarigioni “spiritico-demoniache”, come quelle che compiono gli stregoni dell’Africa Centrale.

Chi è credente, illuminato e di buon senso, rimanga perciò alla larga da simili abomini, ricordando le parole del Deuteronomio che rimangono per un cristiano sempre attuali: «Quando sarai entrato nel paese che il Signore tuo Dio sta per darti, non im­parerai a commettere gli abomini delle nazioni che vi abitano. Non si trovi in mezzo a te chi immola, facendoli passare per il fuoco, il suo figlio o la sua fi­glia, né chi esercita la divinazione o il sortilegio o l’augurio o la magia; né chi faccia incantesimi, né chi consulti gli spiriti o gli indovini, né chi interro­ghi i morti, perché chiunque fa queste cose è in abominio al Signore» (18,9-12).