Il tema dei miracoli nella Bibbia
a cura di Aldo Peri
All’inizio del 2020 è uscito un volume che contiene le 3 conferenze che il CIB ha tenute nel 2018, pubblicato dalle “Edizioni San Lorenzo” di Reggio Emilia, con le quali il CIB collabora da tanti anni. Come si evince chiaramente dal titolo “MA È UN MIRACOLO!”, il volume affronta il tema dei miracoli nella Bibbia.
La prima relazione è di don Luca Mazzinghi: «Profeti per miracolo – I portenti di Elia ed Eliseo». Con ogni probabilità in origine i racconti su Elia ed Eliseo risalgono già ai loro discepoli. I due profeti vivono in tempi di conflitti politici e militari, di cui Eliseo più volte è proprio parte integrante. Rispetto a quella di Elia, la figura di Eliseo appare più antipatica e iraconda, seppur più taumaturgica. Infatti vari sono i miracoli da loro operati, soprattutto da Eliseo. Nell’episodio della risurrezione del figlio della donna di Sunem, all’inizio Eliseo appare molto sicuro di sé, quasi dimentico di Dio. Invece, nello svolgersi delle vicende, proprio grazie alla fede e alla determinazione della donna, egli impara che non può tutto, ma che deve lasciarsi smuovere dall’amore di una madre per il figlio; infine, deve apprendere che tutto dipende da Dio, senza il quale nulla sarebbe stato possibile. Una lezione semplice, ma valida anche per noi oggi.
Don Maurizio Marcheselli è l’autore della relazione: «Segnaletica per il miracolo – I segni nel vangelo secondo Giovanni». Chiaramente l’attenzione è al Quarto Vangelo, dove vari sono i termini che Giovanni usa per indicare il “miracolo”, quali “prodigi”, “opere” ed in particolare “segni”, i quali sono legati alle idee di “fede” (a cui i segni possono o non possono condurre), di “gloria” (tramite i segni compiuti da Gesù è rivelata la gloria dell’Unigenito) e di “vita” (attraverso i suoi segni Gesù si rivela e comunica la vita divina). Ma i segni di Gesù non sono soltanto i prodigi miracolosi, bensì tutte le sue opere e le sue parole: è guardando all’umanità di Gesù che si vede la sua gloria di Unigenito del Padre! Davanti ai segni si può credere, ma anche rifiutare. Il segno serve per condurre chi ha già manifestato un sincero interesse per Gesù ad una comprensione più profonda: è così che il segno svolge la sua funzione, che è una funzione rivelativa.
Infine il prof. Lucio Troiani affronta il tema: «Le meraviglie della Chiesa primitiva – I prodigi negli Atti degli Apostoli». Negli Atti degli Apostoli la storiografia di Luca risente dei canoni impiegati dagli storici greci classici, dando pertanto il primato alla testimonianza diretta. E i testimoni riportano gli svariati «segni e prodigi» che avvengono nella Chiesa primitiva, in particolare quelli compiuti da Pietro e da Paolo. Questi segni e prodigi costituiscono il filo rosso della narrazione degli Atti. È da notare pure che segni e prodigi sono testimoniati frequentemente nel mondo antico; la differenza è che i segni e i prodigi compiuti da Paolo indicano alle prime comunità cristiane il superamento della Torah, che è nei piani della Provvidenza.
Come nello stile del CIB, tutte queste relazioni riescono ad essere interessanti e ad andare in profondità, senza risultare però troppo “per esperti”.
Chi fosse interessato ad approfondire l’argomento oltre le brevi sintesi appena lette, può richiedere i volumi direttamente sul sito della casa editrice oppure al CIB.
Aldo Peri
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