Riflessioni teologiche – 1. Introduzione

Briciole dalla tavola. Vangelo per senza Dio

di Alberto Ganzerli

“Briciole dalla tavola. Vangelo per senza Dio” è il tentativo di esplorare che cosa possa significare – per coloro che si ritengono senza Dio – il messaggio del Vangelo, cercando di raccoglierne – come suggerisce la donna protagonista della pagina evangelica – anche solo le briciole, cadute dalla tavola di coloro che si ritengono con Dio.


Su YouTube l’audio-video si trova cercando
riflessioni teologiche 1

“Briciole dalla tavola. Vangelo per senza Dio” è il titolo – solo apparentemente provocatorio – di un esperimento e di una esperienza che vorrei iniziare proponendo questi brevi video. Alla base sta una duplice convinzione: la prima, che il Vangelo – quella parola che ci proviene dai testi biblici e della tradizione cristiana – sia una parola buona e nutriente, una parola autentica e profonda. La seconda convinzione: che questa parola possa interessare e illuminare, ispirare e provocare anche la vita di chi, in diversi modi e per diverse ragioni, si ritiene senza Dio.

Ma chi sono questi senza Dio ai quali mi rivolgo? L’ascoltatore senza Dio potrebbe essere in realtà chiunque, se si pensa al modo in cui il cardinale Martini anni fa parlava dei credenti e dei non credenti. Secondo lui in ciascuno di noi sono presenti un credente e un non credente che dialogano tra loro e che dovrebbero cercare di ascoltare reciprocamente le ragioni dell’altro, per poter raggiungere, ciascuno a proprio modo, una maggiore consapevolezza e maturità. Interrogarsi su un Vangelo per senza Dio potrebbe allora aiutare i non credenti ad ascoltare una possibile voce del credente presente in loro, a cogliere quanto del messaggio evangelico può riguardare e interessare anche loro, nel rispetto della loro condizione e delle loro personali convinzioni. I credenti, invece, mettendosi in ascolto di un Vangelo per senza Dio, potrebbero essere aiutati ad ampliare il proprio sguardo sulla realtà, a cogliere aspetti del Vangelo inattesi o sconosciuti, a condividere esperienze e cammini con i non credenti.

Ma da dove viene il titolo che ho scelto, “Briciole dalla tavola. Vangelo per senza Dio”? La prima parte del titolo si riferisce all’episodio evangelico nel quale dialogano Gesù e una donna pagana – in qualche modo una senza Dio – che chiede salvezza per la propria figlia. Alla risposta di Gesù che le oppone un rifiuto, dicendo che non è bene gettare ai cani (cioè ai pagani) il pane destinato ai figli (cioè agli appartenenti al popolo eletto), la donna risponde che però anche i cani si cibano delle briciole che cadono dalla tavola. Questa replica della donna finisce per convertire Gesù e ottenerle quanto richiesto.

Riguardo alla seconda parte del titolo, invece, il teologo Pierangelo Sequeri ha proposto, a maggio 2021, alcune riflessioni sulla condizione dei senza Dio in una conferenza della quale mi hanno colpito in modo particolare 3 passaggi: il primo: l’essere senza Dio sta diventando per i nostri figli un habitat della condizione umana e non più un ateismo frutto di una scelta o di una protesta. L’essere con Dio che per noi (pur tra dubbi e prese di distanza) era qualcosa di scontato e di ovvio non è più tale per i nostri figli, nel mondo in cui si trovano a vivere. Il secondo passaggio: non si deve avere paura, ma si deve piuttosto ri-diventare esperti di questa umanità e anzi evangelicamente appassionati per chi cresce in questa condizione. Il terzo passaggio: si dovrebbe fronteggiare questa situazione riuscendo ad annunciare il vangelo anche a questi senza Dio, così come del resto ha fatto lo stesso Gesù raccontato nei vangeli.

Che fare allora? Tre cose, a mio avviso: la prima: anzitutto accettare che vi sia una umanità che si trova senza Dio, senza considerarla per questo un’umanità perduta. Se ci pensiamo bene è lo stesso atteggiamento che cerchiamo di coltivare nei confronti dei figli, anche quando ci rendiamo conto che il mondo in cui crescono è diverso da quello in cui siamo cresciuti noi, anche se dobbiamo ammettere che il loro modo di stare al mondo è diverso dal nostro, anche quando vediamo i nostri figli fare scelte o avere convinzioni diverse dalle nostre. La seconda cosa da fare: appassionarsi evangelicamente a questa umanità, senza volerla cambiare, ma desiderando che anche per essa la parola del Vangelo possa risuonare in modo credibile. La terza cosa da fare: cercare modi e forme nelle quali ciò possa avvenire, anche attraverso incontri e mescolanze tra il pensiero dei senza Dio (di questa umanità che avvertiamo come estranea) e il Vangelo che abbiamo ereditato. Nelle nostre comunità cristiane e nelle nostre chiese, infatti, il Vangelo viene già annunciato, in molti modi, a coloro che sono con Dio. Mancano invece, mi sembra, tentativi di interpretare la parola del Vangelo cercando sintonie con il punto di vista dei senza Dio e – ovviamente – senza volerli con questo trasformare in con Dio.

Questo è, più o meno, ciò su cui vorrei proporre di interrogarsi, riflettere e dialogare, sapendo di correre dei rischi nel camminare su sentieri poco battuti, ma provando ugualmente a farlo. Provando cioè con pazienza, umiltà e senza paura a “innovare con libertà”, come del resto già nel 2015 papa Francesco aveva chiesto di fare alla Chiesa italiana. In questi video ciò che mi propongo di fare è di esplorare il messaggio cristiano nei suoi diversi aspetti, a partire dai testi biblici, dall’esperienza ecclesiale e dalle riflessioni dei pensatori, cristiani e non.

In questa esplorazione cercherò ciò che può risuonare come credibile e significativo anche per chi ha difficoltà ad accettare come realmente esistente e presente colui che i credenti chiamano “Dio”. Si tratterà perciò di ricercare nell’utilizzo della parola “Dio” e nelle altre tematiche di tipo religioso tutto ciò che anche per dei non credenti può risultare vero e autentico, credibile e significativo. Alla base di questo tentativo sta la convinzione che persino gli aspetti religiosi del cristianesimo possano essere interpretati e accolti – da chi si sente senza Dio – come un “Vangelo”, cioè come parole capaci di illuminare, nutrire e orientare la vita.

Vorrei offrire questi spunti di riflessione secondo tre modalità. La prima: una serie di video svilupperà riflessioni di tipo teologico, per approfondire come possa essere pensato e articolato un Vangelo per senza Dio. La seconda modalità: un’altra serie di video proporrà settimanalmente riflessioni ispirate alle letture bibliche della messa della domenica successiva. Cercherò cioè di offrire qualche esempio, con specifico riferimento a singoli testi biblici, di che cosa possa voler dire porsi in ascolto di un Vangelo per senza Dio. La terza modalità: per ciascun video sarà pubblicata, sul sito internet del C.I.B. centroinformazionebiblica di Carpi, una scheda di testo con la trascrizione dei contenuti del video e i relativi riferimenti bibliografici. Per chi vorrà, allora, a presto.

Riferimenti:

C.M. Martini, Le cattedre dei non credenti, Bompiani, Milano 2015, Primo incontro – Introduzione, posizione 893-913 in Kindle Edition.

Matteo 15, 21-28; Marco 7, 24-30

Pierangelo Sequeri il 5 maggio 2021, conferenza presso il Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II, (su YouTube si trova cercando: Sequeri 5 maggio 2021)    
In particolare: dal minuto 01:59:24 al minuto 02:02:05 (2 minuti e mezzo)

DISCORSO DEL SANTO PADRE in occasione dell’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DEL V CONVEGNO NAZIONALE DELLA CHIESA ITALIANA Cattedrale di Santa Maria del Fiore, Firenze, Martedì, 10 novembre 2015 (consultabile sul sito ufficiale del Vaticano)