Ciclo di Conferenze CIB anno 2024

Domenica 11 febbraio riparte il ciclo di conferenze promosso dal Cib (Centro informazione biblica), in collaborazione con la parrocchia della Cattedrale di Santa Maria Assunta e il Circolo Acli Aps. I quattro incontri in programma – aperti a tutti, in Sala Duomo, alle ore 16 – avranno come filo conduttore il tema “Ideale di fede e influssi culturali. Il caso delle donne”.

Anny e Edoardo Patriarca

Non v’è dubbio, stiamo vivendo un tempo faticoso e di grande trasformazione, di permacrisi o policrisi come scrivono gli osservatori più attenti. Una trasformazione che coinvolge tutte le dimensioni della vita e le relazioni tra le persone, in particolare quelle tra uomini e donne. Gli stereotipi, i luoghi comuni, i ruoli assegnati a ciascuno, incrostati da tradizioni ancestrali, sembrano svanire: da una parte un’indistinta omologazione che non valorizza le differenze, dall’altra l’accentuarsi di forme brutali di sottomissione e di violenza dell’uomo sulla donna.

Omologazione e violenza, due punte di cono che nascondono la crisi profonda che attraversano le relazioni umane.

Perché non può esserci omologazione, un uomo e una donna sono semplicemente diversi, né superiori né inferiori l’uno all’altro, esprimono ciascuno la propria bellezza e ricchezza in modo originale. Ma nella storia della nostra civiltà, e nella stessa chiesa, la cultura e i condizionamenti sociali hanno pesato nei rapporti tra uomini e donne, hanno interferito nel modo di concepire e vivere le diversità del maschile e del femminile.

E neppure l’amore può essere concepito come possesso: la catena dei “femminicidi per amore” sono lo specchio di un disagio profondo che attraversa la società tutta, un malessere che racconta le relazioni malate tra i generi come ci ha ricordato il presidente Mattarella, e che vedono le donne vittime sacrificali. Aggiungiamo anche le impiccagioni e le violenze subite dalle donne iraniane, o il femminicidio di massa delle donne israeliane, entrambe compiute nel nome di Dio.

La parola di Dio è semplice e indubbia: “Dio creò l’essere umano a sua immagine, maschio e femmina li fece”, pari dunque nella dignità perché entrambi fatti a immagine di Dio, e diversi nel modo di incarnare e vivere questa dignità. Sembrerebbe dunque tutto chiaro.

In realtà la religione cristiana può aver partecipato alla costruzione degli stereotipi sul maschile e sul femminile come li conosciamo oggi, sarebbe sciocco negarlo.  E sono ovvie le domande che si affollano nel dibattito pubblico e nelle persone di fede. Davvero le Scritture hanno relegato le donne in una condizione di schiavitù, di silenzio, di sacrificio di sé? I versetti della prima lettera a Timoteo come vanno interpretati?  L’ interpretazione che ne viene data è stata influenzata dalle condizioni sociali e dai codici del tempo? Fino a che punto? E allora qual è la interpretazione giusta?

E ancora: non è giunto il tempo di riscoprire il femminile presente nei testi biblici? Di un Dio che ha come principale attributo la Sapienza, parola tutta al femminile? Perché non rileggere le figure di Marta e Maria, non più divise nei ruoli ma unite nella ricerca della propria strada di libertà? E che dire delle parole dedicate alla bellezza femminile, alla maternità, alla relazione amorosa tra uomini e donne?

Il corso promosso dal Cib è aperto a tutti coloro che desiderano approfondire le radici religiose del ruolo della donna e del rapporto tra uomo/donna che tuttora attraversano il nostro tempo.

I relatori delle conferenze del Cib

Nuria Calduch-Benages (Barcellona) è professore ordinario presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma, Facoltà di Teologia, ed è direttrice del Dipartimento di Teologia Biblica. È esperta in particolare del libro del Siracide e dei libri sapienziali. Nel 2014 è eletta membro della Pontificia Commissione Biblica per un quinquennio (2014-2019), nomina confermata nel 2021 per un secondo quinquennio (2021-2025). Nel 2016 è nominata membro della “Commissione di Studio sul Diaconato delle Donne” creata da Papa Francesco (2016-2019).

Marinella Perroni (Roma) è docente di Nuovo Testamento presso il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo di Roma. Ha fondato il “Coordinamento teologhe italiane”, di cui è stata presidente dal 2004 al 2013. Dal 2013 è vicepresidente e membro del comitato scientifico di Biblia (Associazione laica di cultura biblica) e, dal 2015, è membro della Commissione sul pluralismo, la libertà e lo studio delle scienze religiose nella scuola del Miur. Ha pubblicato numerosi saggi scientifici sulla questione delle donne negli scritti neotestamentari, saggi di esegesi e di teologia.

Paolo Costa (Genova) è presbitero dell’Arcidiocesi di Genova. Nel 2014 consegue il Baccellierato in Teologia alla Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale con la tesi dal titolo “Il ritratto di Pietro negli Atti degli apostoli secondo la colonna greca del Codex Bezae [D05]. Profili di critica testuale e di teologia biblica”; nel 2018 la Licenza in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma con la tesi «Una civitas libera e il vangelo. Studio esegetico di At 17,1-10a»; nel 2021 il Dottorato in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico con la dissertazione dal titolo: «Scoppiò un grande tumulto» (At 19,23). Efeso, la ‘Via’ e gli argentieri: studio esegetico e storico-giuridico».

Aldo Martin (Bassano del Grappa) è presbitero della diocesi di Vicenza. Nel 2000 consegue la Licenza in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma con la tesi dal titolo “Il dubbio di fede nel vangelo di Matteo”; nel 2004 il Dottorato in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico con la tesi dal titolo: “La tipologia adamica nella lettera agli Efesini”. Dal 2013 è docente stabile straordinario della Facoltà Teologica del Triveneto per la cattedra di Sacra Scrittura (Nuovo Testamento) presso lo Studio Teologico del Seminario di Vicenza.