Annunciare il Vangelo

1° Incontro Bruno Maggioni Vai
2° Incontro Ermenegildo Manicardi – Vai
3° Incontro Rinaldo Fabris – Vai
4° Incontro Giuseppe Segalla – Vai
5° Incontro Pietro Lombardini – Vai

Bruno Maggioni

1. L’annuncio del Vangelo in Marco

Nell’opera di Marco l’annuncio del Vangelo è che la “lieta notizia” è Gesù stesso. Si tratta dell’avvenimento di Gesù Cristo persona, storia, e non soltanto il suo discorso sul regno: la sua persona e la sua storia sono la lieta notizia. In Marco l’idea di scrivere il vangelo nasce dall’intuizione che, al fine di comprendere chi è Gesù Cristo, bisogna raccontare la sua storia: è la vicenda di Gesù Cristo che rivela chi Egli è. E il centro prospettico del racconto è la croce. Gesù definisce sé stesso in termini di comportamento. Infatti, per fare capire chi è, mostra che cosa è venuto a fare: a chiamare i peccatori e a servire e dare la propria vita in riscatto nella morte sulla croce. La lieta notizia del vangelo rivela la risurrezione del crocifisso, cioè di colui che ha creduto e manifestato questo volto di Dio. A risorgere è una vita donata, è una vita che qui sembra perdente, in quanto terminata su una croce; invece Egli è vittorioso. Quindi la vittoria sulla morte è un tipo di vita che sembra perdente, mentre in realtà è vittoriosa: questo è il grande annuncio.

Ermenegildo Manicardi

2. L’annuncio del Vangelo in Luca-Atti

In Luca fondamentale è lo Spirito Santo: non si può parlare di evangelizzazione senza partire dallo Spirito. Lo stesso Gesù, cominciando la sua evangelizzazione, sottolinea tale aspetto: si presenta come colui che ha ricevuto lo Spirito. Ed è lo Spirito che lo manda ad evangelizzare i poveri: sono costoro i principali destinatari dell’evangelizzazione. Un secondo aspetto dell’evangelizzazione in Luca è l’accoglienza dei peccatori: il Vangelo ai poveri non può non essere anche un Vangelo per i peccatori. La terza dimensione è la radicalità: Gesù è venuto a chiamare ad atteggiamenti davvero radicali (portare la propria croce; mettersi in ascolto della sua Parola). Un ultimo elemento è la prospettiva ultima dell’evangelizzazione di Gesù: l’universalismo introdotto tramite la Pasqua apre ad una prospettiva che abbraccia tutti gli uomini. È una prospettiva di Vangelo che si concentra su poveri e peccatori, ma che è pure orientata a tutte le genti e che non lascia fuori nessuno.

Rinaldo Fabris

3. L’annuncio del Vangelo in Matteo

In Matteo l’annuncio ha come contenuto Gesù Cristo e solo Lui: l’annuncio riguarda Gesù come Figlio di Dio, il quale rivela il volto del Padre agli uomini. Egli è il Messia mite e compassionevole: la sua non è una mitezza imbelle, rassegnata, passiva, bensì è l’amore che si lascia coinvolgere dalla miseria e diventa compassione. Fondamentale in Matteo è Dio Padre, del quale l’evangelista sottolinea l’aspetto della trascendenza, dell’iniziativa gratuita, della relazione intima e profonda, che sta alla base di ogni esperienza religiosa. Ancora: in Matteo la Chiesa è una comunità di fratelli a partire da Gesù il Figlio: la volontà del Padre è una volontà di amore e non più un’imposizione che opprime con fatica, in quanto è un dono fatto ai figli. Dal punto di vista etico bisogna amare come ama l’«Unico Buono», e ciò è possibile mettendosi al seguito del Figlio.

Giuseppe Segalla

4. L’annuncio del Vangelo in Giovanni

Nel quarto vangelo il verbo “evangelizzare” per Giovanni è espresso con “testimoniare”. Infatti “testimoni” sono Giovanni Battista, «il discepolo che Gesù amava», Gesù stesso. Il contenuto di questa testimonianza è l’incarnazione del Verbo, il quale è sullo stesso piano divino di Dio e, contemporaneamente, è anche assolutamente dipendente dal Padre. Nel confronto con Gesù l’uomo rivela sé stesso; scopre, cioè, di essere la tenebra o di poter essere la luce, di poter essere figlio di Dio in Gesù attraverso la fede in lui. Pertanto Gesù viene a dividere gli uomini: essi devono prendere posizione di fronte a lui. L’incarnazione del Figlio di Dio svela agli uomini il volto stesso di Dio, che si rivela al massimo grado sulla croce. Per Giovanni la croce è il compimento dell’amore. E il messaggio e la testimonianza di Giovanni proseguono nella comunità cristiana, la quale continua nel mondo la presenza e la fede in Gesù, che è attivo nell’amore e attrae il mondo a sé.

Pietro Lombardini

5. L’annuncio del Vangelo in Paolo

Il cuore del Vangelo paolino è la parola della croce. Lo splendore del glorioso Vangelo di Cristo, che è immagine di Dio e che si svela nell’immagine del Crocifisso, è per Paolo la parola della croce. L’Apostolo riconosce il volto di Dio nel volto glorioso del Signore risorto che mostra la sua identità con il Crocifisso. Addirittura per Paolo il corpo del Crocifisso segna i confini e il senso del corpo delle Scritture, che trovano in lui il loro inveramento. Due sono le convinzioni fondamentali di Paolo: la prima è quella della signoria di Cristo, il Figlio; la seconda è che egli si sa chiamato da Dio ad essere apostolo dei gentili. Paolo muove sempre da Gesù stesso e dalla salvezza basata su di lui, che è donata con la sua morte sulla croce, con la sua risurrezione, con la sua esaltazione come Signore: tutti eventi che formano l’oggetto del Vangelo e della predicazione di Paolo.

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