Riflessioni teologiche – 67. Albert Schweitzer e la storia della ricerca sulla vita di Gesù

Briciole dalla tavola. Vangelo per senza Dio

di Alberto Ganzerli

Con l’opera di Albert Schweitzer del 1906 dedicata alla storia – dalla seconda metà del 1700 agli inizi del 1900 – della ricerca sulla vita di Gesù, il problema del Gesù storico viene presentato nei suoi termini fondamentali, ma il risultato finale di questa ricerca consiste nella presa d’atto della impossibilità di risolvere il problema. Da una parte, infatti, la ricerca di oltre un secolo non è stata in grado di portare a una ricostruzione scientificamente attendibile e convincente del Gesù storico, producendo invece una pluralità di rappresentazioni contrastanti, in ciascuna delle quali il rispettivo autore ha proiettato sulla figura di Gesù un proprio tipo psicologico e ideale. Dall’altra parte, anche l’unica ricostruzione storica che Schweitzer ritiene attendibile, ci offre un Gesù così lontano dalla nostra sensibilità contemporanea da rendercelo quasi estraneo e in ultima analisi irrilevante.


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Il problema del Gesù storico, per come è stato affrontato in epoca moderna ma – potremmo aggiungere – anche per come si pone ancora oggi, si trova delineato nei suoi termini fondamentali già nell’opera che Albert Schweitzer pubblica nel 1906, con il titolo Da Reimarus a Wrede. Storia della Ricerca sulla vita di Gesù. I nomi di Reimarus e di Wrede stanno agli estremi del periodo storico che viene preso in considerazione e cioè dalla seconda metà del Settecento fino agli inizi del Novecento. Benché, come ha notato Mauro Pesce, il partire da Reimarus sia una scelta che esclude un numero di importanti autori che in epoca moderna lo precedono e benché la ricerca sul Gesù storico sia proseguita per tutto il Novecento e fino ad oggi, con quelle che – dopo la prima ricerca raccontata da Schweitzer – vengono chiamate seconda e terza ricerca sul Gesù storico, i nodi da affrontare rimangono quelli posti da Schweitzer più di un secolo fa. I risultati dell’opera di Schweitzer sono fondamentalmente due e riguardano, da una parte, la messa a fuoco del limite di tutte le ricostruzioni storiche moderne di Gesù e, dall’altra, l’esito paradossale di quella che per Schweitzer rimane l’unica ricostruzione attendibile del Gesù storico. Il primo risultato è, infatti, quello di mostrare come gli autori da lui esaminati, appartenenti al mondo protestante in una modernità caratterizzata dal razionalismo e dalla teologia liberale, anziché arrivare a delineare ciò che Gesù è stato storicamente finiscano per proiettare sulla sua figura un proprio modello teologico e antropologico moderno, idealizzato sul piano umano, psicologico e religioso. Gli altri elementi ricavabili da queste rappresentazioni storiche di Gesù consentono probabilmente, come ha mostrato Joseph Bessler, di gettare luce – oltre che sulla psicologia e sui modelli ideali di questi diversi autori – anche sul loro contesto sociale, politico e teologico, ma certamente non sul contesto storico sociale, politico e teologico al quale sarebbe appartenuto il Gesù storico.

Riguardo poi a quella sorta di rivestimento idealizzato applicato alla figura storica di Gesù dai diversi autori, Albert Schweitzer scrive: «Il Gesù di Nazareth che comparve come messia, annunciò l’etica del regno di Dio, fondò sulla terra il regno dei cieli e morì per consacrare la sua opera non è mai esistito. Si tratta di una figura che il razionalismo ha costruito, il liberalismo ha ravvivato e la teologia moderna ha rivestito storicamente. Quest’immagine non è stata distrutta dall’esterno, ma si è frantumata in sé stessa, sconvolta e lacerata da tutti quei problemi storici reali accumulatisi l’uno dopo l’altro e che nessuna astuzia, nessuna tecnica, nessun artificio e nessuna violenza sono riusciti a sradicare da quella visione complessiva che aveva prodotto il Gesù della teologia degli ultimi centocinquant’anni [cioè dalla metà del Settecento agli inizi del Novecento]. Questi problemi risorgevano ogni volta in forma nuova, non appena si credeva di averli sepolti». Continua Schweitzer: «Qualunque possa essere la soluzione definitiva, il Gesù storico che la ricerca disegnerà sulla base dei problemi riconosciuti ed ammessi non potrà rendere alla teologia moderna quei servigi che essa pretese dal Gesù storico, che era semistorico e semimoderno insieme. Non sarà più quel Gesù Cristo a cui la nostra epoca religiosa può mettere in bocca, secondo le vecchie abitudini le sue concezioni e le sue conoscenze, come ha fatto con il suo Gesù Cristo».

Il secondo risultato si collega a ciò che Albert Schweitzer ritiene di poter comunque raggiungere storicamente, cioè un Gesù annunciatore escatologico del Regno di Dio. Ma, secondo lo stesso Schweitzer, il fatto che il Regno non sia venuto nei termini annunciati da quello che secondo lui sarebbe stato il Gesù storico, produce l’effetto paradossale di allontanare dalla nostra contemporaneità precisamente quel Gesù storico che la ricerca storica aveva cercato di avvicinare e raggiungere. Ecco, infatti, la famosa conclusione del percorso di ricerca di Schweitzer: «[Gesù] non è nemmeno la figura che essa [la nostra epoca religiosa] può rendere universalmente comprensibile al popolo nei particolari storici, come credeva di poter fare con il suo Gesù Cristo. Le sue idee e il suo agire tutto particolare manterranno sempre per la nostra epoca qualcosa di estraneo e di enigmatico. Strano destino quello della ricerca sulla vita di Gesù. Partì per trovare il Gesù storico, pensando di poterlo collocare nel nostro tempo come egli è, come maestro e come salvatore. Spezzò le catene che da secoli lo tenevano legato alle rocce della dottrina ecclesiastica, gioì quando la vita e il movimento penetrarono di nuovo la sua figura e quando vide l’uomo storico Gesù venirle incontro. Egli tuttavia non si fermò, passò davanti al nostro tempo, lo ignorò e ritornò nel suo. La teologia degli ultimi decenni ne fu scandalizzata e spaventata, perché divenne consapevole che tutte le sue tecniche interpretative e le sue manipolazioni non erano in grado di mantenerlo nel nostro tempo, ma dovevano lasciarlo andare nel suo. Ed egli vi ritornò con la stessa necessità con cui il pendolo liberato si muove per rioccupare il suo posto originario». Da questi risultati, lo stesso Albert Schweitzer cercherà di ricavare elementi per uscire da questa sorta di vicolo cieco nel quale, già ai suoi tempi e quindi più di un secolo fa, la ricerca sul Gesù storico si era venuta a trovare.

Riferimenti:

Albert Schweitzer, Storia della ricerca sulla vita di Gesù, Paideia Editrice, Brescia 1986 (1° ediz. tedesca del 1906, 2° ediz. ampliata 1913)
I testi riportati in citazione si trovano nel capitolo conclusivo a pag. 744-745

Mauro Pesce, «Contributi sul Gesù storico. Per una ricerca storica su Gesù nei secoli XVI-XVIII: prima di H.S. Reimarus», pubblicato dalla rivista Annali di Storia dell’Esegesi 28/2011 e scaricabile in formato PDF sul sito web ufficiale di Mauro Pesce

Joseph A. Bessler, A Scandalous Jesus: How Three Historic Quests Changed Theology for the Better, Polebridge Press, Salem (Oregon) 2013