Dio lo vuole … o è solo un caso

1° Incontro Brunetto Salvarani Vai
2° Incontro Ermenegildo Manicardi – Vai
3° Incontro Romano Penna – Vai
4° Incontro Raffaella Di Marzio – Vai

Brunetto Salvarani

1. Il fato greco e il fatto del Dio di Israele  «Il Signore ha scelto il più piccolo tra i popoli» (Dt 7,7)

Dietro al termine “fato” si celano, nella fase arcaica della grecità, il timore e lo sgomento che l’uomo prova dinanzi all’ignoto. Ciò che egli non conosce, rende l’uomo consapevole dei limiti posti alla sua capacità di autodeterminarsi. Tra il V e il IV secolo a.C. la tragedia greca rende onore alla libertà umana, facendo lottare il suo eroe contro lo strapotere del fato. Tuttavia, il protagonista si trova davanti ad una alternativa priva di vie d’uscita, poiché ogni scelta porterà necessariamente alla rovina. Diversamente, all’origine della fede ebraica c’è il “ricordo”. È il ricordo di un “fatto”, ossia l’evento di salvezza, che crea ciò che la tradizione greca non è riuscita a creare: la dimensione della comunità. Ciò che accomuna i due mondi dal punto di vista del fato e del fatto è un’etica del finito, è la fedeltà alla terra. Però l’etica del finito greca è un’etica del finito naturale: l’uomo è abbandonato al fato. Invece quella ebraica è un’etica del finito creaturale: l’uomo è creatura di Dio.

Ermenegildo Manicardi

2. Obbedienza e libertà nell’esperienza umana di Gesù «Sono venuto per fare la volontà del Padre mio» (Gv 6,38)

Nella mentalità odierna la relazione fra obbedienza e libertà è complessa, in quanto obbedienza e libertà sono vissute in contrasto: chi è libero non deve obbedienza a nessuno! Il termine “obbedienza” deriva dal latino “ascoltare”: l’obbedienza è un “ascoltare sottomesso”. Invece la libertà è la reale espansione della persona. La novità cristiana è che il fare la volontà di Dio – alla quale Gesù (vero Dio, ma anche vero uomo) è chiamato ad obbedire – è lo spazio inatteso a cui è invitata la natura umana. Tanto che l’obbedienza a Dio fino alla morte è vissuta da Gesù come libertà personale suprema. L’obbedienza di Gesù suggerisce che si può diventare liberi in quanto illuminati da una parola che mostra un orizzonte più grande, proprio come l’obbedienza al Padre ha aperto a Gesù un orizzonte più grande di amore. La volontà di Dio è una nuova creazione dentro alla creazione, che è presentata da Dio agli uomini per amore. Dunque è solamente nella libertà per entrare in questo spazio (che è la volontà di Dio) che l’uomo può pienamente espandersi.

Romano Penna

3. Predestinati alla salvezza, nessuno escluso! «Siamo stati scelti e predestinati ad essere figli di Dio» (Ef 1,5)

Nell’inno che si trova in apertura della lettera agli Efesini si legge che «Dio ci ha scelti, predestinandoci a essere suoi figli adottivi». Dunque si tratta di una predestinazione assolutamente ed esclusivamente positiva. Un’affermazione del genere vuole sottolineare che l’identità cristiana non è di origine endogena, ovvero che essere cristiano non dipende dalla persona in ultima istanza, bensì dipende da un progetto salvifico che ha la sua origine in Dio, che è Padre con una paternità universale rivolta a tutti gli uomini. E tutto ciò avviene in Cristo, perché è lui il mezzo che rende che rende possibile questa filiazione adottiva. In Cristo risorto c’è speranza di risurrezione e di salvezza per tutti gli uomini, poiché Dio Padre è all’origine, è al centro, ed è anche al termine di tutto il processo della creazione e della storia

Raffaella Di Marzio

4. La sfera e la croce – Maghi, indovini, cartomanti: il destino à la carte

La nostra epoca è caratterizzata dallo sviluppo e dalla diffusione del’occultismo e dell’esoterismo. L’esperienza magica non è tanto un’esperienza del divino o del sacro, bensì è un’esperienza del potere, dove l’uomo manipola il sacro e lo mette al suo servizio. Quindi, mentre la religione è una manifestazione del sacro, la magia è una manifestazione del potere che si serve del sacro. Vi sono diversi tipi di magia (“pratica”, “gnostica”, “evocatoria”, tutte volte ad acquisire conoscenza e potere; la “magia della vita”, addirittura vuol vincere la morte e assicurare l’immortalità), così come esistono vari tipi di spiritismo (comunicare con gli spiriti dei defunti). La posizione della Chiesa cattolica è duplice: da un lato, vi è il netto rifiuto di questi fenomeni; dall’altro lato, sta la comprensione dei motivi per cui tante persone, anche cattoliche, vi si rivolgono e di quali aiuti fornire loro.

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